Ore di panico a Berlino, dove durante la mattina del 29 gennaio si è diffusa la voce, poi smentita, di un attentato fatto con un liquido corrosivo e tossico nei pressi della centralissima Alexanderplatz. La polizia tedesca, intervenuta sul posto, ha poi chiarito che si trattava di un falso allarme.
Sono le sette del mattino quando due dipendenti di una ditta pubblicitaria contattano la polizia sostenendo di avere problemi respiratori. Le forze dell’ordine sono intervenute transennando sei fermate di autobus e tram e chiudendo alcuni tratti di Alexanderplatz per due ore e mezza, dalle 7 alle 9.30.
Abbastanza per far diffondere l’ipotesi di un attentato. Secondo la “leggenda metropolitana” subito circolata a Berlino, alcuni ignoti avrebbero versato una sostanza velenosa, probabilmente acido fluoridrico, in prossimità delle fermate, dove sono state trovate distrutte le pareti vetrate.
A tarda mattinata, la smentita della polizia. “È stato solo un falso allarme. Le notizie che sono state divulgate erano semplicemente false e hanno creato confusione”, spiega la portavoce della polizia di Berlino Diana Born. “Abbiamo iniziato le verifiche a sei stazioni degli autobus e del tram dell’area. A scopo precauzionale abbiamo transennato le fermate e chiuso i tratti di Alexanderplatz contigui. Dagli accertamenti è emerso però che sul posto non c’era nulla. Solo del vecchio colore di graffiti, e qualche graffio alle pareti risalenti almeno a due settimane fa”.
L’allarme è completamente rientrato e la piazza è stata del tutto riaperta al traffico. Non è chiaro invece a cosa sia dovuto il malore avvertito dai due individui che lavoravano nelle vicinanze.
Francesco Paolo Giordano