I morti accertati, per il momento, sono 2.775. Ma il bilancio delle vittime del tifone Haiyan, che ha devastato le Filippine, è destinato ancora a salire. Ma è ormai certo, almeno a sentire il presidente Benigno Aquino, che non raggiungerà mai le stime iniziali diffuse dal capo della polizia locale, che parlavano di oltre 10 mila decessi nell’Intero arcipelago.

“Le prime previsioni sono probabilmente state influenzate dall’emotività del momento”, ha ammesso il capo di Stato alla Cnn. Anche se, ha aggiunto, “mancano all’appello ancora 29 città, dei quali ancora non si hanno notizie”.

Un cambio di rotta evidente rispetto ai giorni scorsi, nei quali anche l’Onu – con una dichiarazione di Valerie Amos, alto commissario per le operazioni umanitarie – aveva parlato di 10 mila vittime nella sola città di Tacloban, la zona più colpita dal violentissimo tifone.

La situazione nell’arcipelago rimane complicata. Proprio a Tacloban, la mattina del 13 novembre, è stato interrotto il trasporto delle vittime nella fossa comune che era stata predisposta dopo uno scontro a fuoco tra civili e forze dell’ordine. E nel piccolo paese di Abucay, nei pressi di Manila, la polizia locale ha impedito a un gruppo di assaltare i negozi di alimentari.

Enrico Tata