“I manager hanno da mangiare e da bere a volontà, hanno i loro cellulari, comunicano con le loro famiglie. Sono liberi di muoversi nell’edificio, ma non possono uscirne”, spiega Mickael Mallet, delegato sindacale della Goodyear di Amiens nel nord della Francia. Insieme ai manager hanno dormito in fabbrica circa 150 persone. Sequestrati dalle 10.30 del 6 gennaio e bloccati in una sala riunioni da uno pneumatico da trattore, il direttore della produzione Michel Dheilly e il direttore delle risorse umane Bernard Glesser, saranno trattenuti “ fino a quando non ci saranno negoziati con un minimo di garanzie sulla ricollocazione e le buonuscite dei 1.173 dipendenti del sito”, conclude Mallet.
“Nessuna trattativa è possibile fin quando i due dirigenti non saranno liberati”, fanno sapere dalla direzione. Per questo motivo il numero uno dell’azienda, Henri Dumortier, avrebbe annullato la sua partecipazione alla riunione d’urgenza in corso in prefettura.
Annunciata il 31 gennaio 2013, la chiusura della fabbrica francese dovrebbe iniziare nelle prossime settimane. Dopo una lunga battaglia giudiziaria tra l’azienda e i rappresentanti sindacali, il 6 gennaio era stato fissato un incontro con la direzione. Ai delegati dei lavoratori si sarebbe aggiunta tutta la squadra del fine settimana, circa 200 dipendenti. L’obiettivo era di convincere i manager a venire incontro alle richieste dei lavoratori, ma poco dopo l’inizio del colloquio è avvenuto il sequestro.
I dipendenti chiedono “’una tavola rotonda con il prefetto e il direttore delle risorse umane su indennità e conseguenze”’ per gli operai dello stabilimento. Vogliamo ”che i dirigenti capiscano che dopo 7 anni di lotta la nostra motivazione è intatta. È la nostra fabbrica, punto”, scrivono sul loro profilo Twitter.
Alexis Paparo