Valery Giscard d’Estaing nel 2014 (Wikimedia Commons: Kleinschmidt / MSC, CC BY 3.0 DE)

Arrivò all’Eliseo a piedi nel 1974, in segno di discontinuità con chi lo aveva preceduto. Ne uscì sette anni più tardidopo aver firmato alcune delle riforme più importanti della quinta Repubblica francese e posto le basi per l’Unione monetaria europea. Valéry Giscard d’Estaing, padre dell’Europa e primo presidente “pop” della repubblica transalpina, è morto ieri, 2 dicembre 2020, a causa del Covid-19. Aveva 94 anni 

Una vita in politica – In quasi cinquant’anni di carriera tra i banchi del parlamento nazionale ed europeo, Giscard d’Estaing (“VGE”, come lo chiamano i francesi) si è sempre dimostrato un precursore. Già nel 1957, giovane deputato, si dichiarava favorevole alla creazione di un’Unione Europea e successivamente, da presidente della Repubblica, creò insieme al cancelliere tedesco Helmuth Schmidt il Consiglio Europeo: una tappa fondamentale nella strada verso la creazione della moneta unicaNel 2001 gli venne affidato il compito di supervisionare il progetto di una Costituzione europea, la cui approvazione avrebbe radicalmente cambiato gli assetti e i poteri della Ue che conosciamo. Il testo venne però bocciato dagli elettori del suo stesso Paese nel 2005, e VGE si ritirò dalla politica. Ma in Francia Giscard è ricordato principalmente per le grandi riforme sociali che vennero approvate durante la sua presidenza: dalla depenalizzazione dell’aborto all’abbassamento della maggiore età a 18 anni, fino all’approvazione della legge sul divorzio. «Servo dello Stato, politico del progresso e della libertà, le sue dichiarazioni guidano ancora i nostri passi»: queste le parole di cordoglio dell’attuale presidente francese, Emmanuel Macron 

Comunicatore – VGE si distinse anche per il suo stile comunicativo, radicalmente diverso da quello cui i francesi erano abituati fino ad allora. Si costruì un’immagine “pop”, di presidente vicino alla gente, fin dalla campagna elettorale del 1974: in quell’occasione, per la prima volta in Francia si videro immagini di un candidato che sciava giocava a pallone. Vinse quelle elezioni anche grazie al supporto delle star dello spettacolo: è famosa l’immagine dell’attrice Brigitte Bardot che indossa una t-shirt bianca con scritto “Giscard à la barre” (“Giscard al comando”).  

«Au revoir» – Una volta in carica, però, le conseguenze della crisi del petrolio del 1973 e le politiche di austerità che ne derivarono fecero diminuire il suo consenso, che crollò definitivamente nel 79, quando il giornale “Le Canard Enchaîné” rivelò che VGE avevricevuto alcuni diamanti dal dittatore centrafricano Bokassa mentre era ministro delle finanze. Perse così, anche a causa dello scandalo, le elezioni del 1981 contro il socialista François Mitterand e lasciò l’Eliseoa piedi come vi era entratoUscì di scena “a modo suo”, con un discorso televisivo che avrebbe fatto la storia: dopo un monologo di sette minuti, disse semplicemente «Au revoir» (arrivederci) e si alzò dalla scrivania senza aspettare la fine dell’inno nazionale. Le televisioni inquadrarono una sedia vuota per un minuto e mezzo.  

La principessa e il presidente – Negli ultimi anni, VGE si dedicò alla letteratura e, nel 2009, pubblicò un libro intitolato “La Princesse et le Président: la storia d’amore tra una principessa e un capo di Stato. In molti videro nel personaggio femminile la figura di Lady Diana, morta dieci anni prima e già oggetto di gossip per la propria amicizia con l’ex presidente. Giscard, però, pur ammettendo di aver tratto ispirazione da Lady D per la sua protagonista, negò sempre che il libro fosse tratto da una storia vera.