Corteo marsigliese contro la riforma delle pensioni (Fonte: EPA/GUILLAUME HORCAJUELO)

Trascinando i trolley sull’asfalto, i viaggiatori procedono a piedi in autostrada per raggiungere il terminal. Per arrivare all’aeroporto parigino Charles de Gaulle devono superare il blocco stradale che alcuni manifestanti hanno organizzato: questi ultimi indossano i gilet rossi del sindacato Cgt e sventolano bandiere, mentre presidiano la strada che hanno bloccato.
All’alba del 23 marzo, nono giorno di proteste, la Francia si è svegliata ancora in preda al caos. La contestata riforma dell’età pensionabile continua a mobilitare la nazione, portando i cittadini francesi a protestare in massa. I porti di Marsiglia e Brest sono stati bloccati dallo stesso sindacato che ha portato i manifestanti al Charles de Gaulle, mentre alla stazione parigina Gare de Lyon i binari sono stati occupati. Tutto il trasporto via terra è coinvolto: metà dei treni ad alta velocità e appena un terzo dei regionali stanno circolando, mentre i manifestanti costruiscono barricate anche davanti ai capolinea dei bus per rallentare le partenze.
Non solo trasporti. Nella giornata di giovedì, anche l’istruzione e l’informazione si fermano: quattrocento scuole superiori partecipano alle proteste, mentre un quinto degli insegnanti francesi ha aderito allo sciopero. Diverse sigle sindacali di giornalisti annunciano lo sciopero. Sul quotidiano Le Monde arriva la dichiarazione sullo stop all’informazione: «non è facile protestare quando il tuo dovere primario è informare», riconosce il giornale francese, «ma dobbiamo smettere di lavorare visto che i problemi sociali sono importanti quanto la difesa dei valori democratici».
Secondo la polizia, oggi scenderanno in piazza fino a 800 mila manifestanti in 320 località differenti. A Parigi il corteo partirà da piazza della Bastiglia, simbolo nazionale di rivolta e lotta contro le ingiustizie dello Stato.

Polizia violenta? – Fioccano i video delle violenze della polizia francese in tenuta antisommossa: su Twitter l’hashtag #ViolencesPolicieres conta decine di video di manganellate contro i manifestanti e, a volte, contro la stessa stampa. Il sindacato dei giornalisti denuncia le aggressioni della polizia sui reporter, che sono vittime anche di cariche a scudi levati.
Fra le violenze denunciate dal sindacato spicca l’arresto di una giornalista del sito Le Média: durante il fatto, la reporter sarebbe stata afferrata al collo da un agente della Compagnie républicaine de sécurité (CRS) «nonostante lei, senza fiato, gridasse che non riusciva a respirare», come si legge in una lettera scritta dai legali del sindacato al Défenseure des Droit, autorità indipendente francese che si occupa di diritti.

 

L’intervista – Il voto di fiducia ottenuto grazie all’articolo 49,3 della Costituzione è un evento raro nella politica francese. La riforma delle pensioni è stata così salvata per appena nove voti ma la proteste non si sono fermate e per questo il presidente Emmanuel Macron ha dovuto difendere la linea del governo davanti alla popolazione. Durante l’intervista trasmessa mercoledì sera in diretta sui canali TF1 e France 2, si è detto «pronto ad addossarsi l’impopolarità» della riforma, aggiungendo di procedere «nell’interesse superiore della nazione». E sulla premier Élisabeth Borne il presidente Macron ha confermato di avere «fiducia per condurre questa squadra di governo», avendo dimostrato senso di responsabilità.
L’opposizione è compatta nell’attaccare il presidente. la leader della destra Marine Le Pen, che nel 2017 e nel 2022 ha sfidato Macron per il ballottaggio, ha visto in lui «un uomo sempre più solo, che ha perso senso della realtà», che nell’intervista avrebbe «confermato il suo disprezzo dei francesi». Da sinistra Jean-Luc Mélenchon commenta con un tono simile: «Quest’uomo vive al di fuori di qualsiasi realtà», ha detto il leader di La France Insoumise, aggiungendo che l’apparizione televisiva del presidente ha confermato «i tratti tradizionali del disprezzo ai quali ci ha abituati».
La deputata ecologista Sandrine Rousseau ha chiesto l’annullamento della visita del re britannico Carlo III prevista a partire da domenica 26 marzo. «Avremo Macron, il monarca repubblicano che riceverà Carlo III, che percorrerà l’avenue des Champs-Elysées, che andrà a cena a Versailles, mentre il popolo manifesta in strada».