Christine Lagarde, direttrice del Fmi (foto flickr.com)

Christine Lagarde, direttrice del Fmi (foto flickr.com)

Ancora ombre sulla direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde. La sua posizione è minacciata dallo scandalo dei fondi pubblici in Francia: un’inchiesta nella quale Lagarde non risulta indagata, ma che ha portato al fermo di un suo stretto ex-collaboratore. Si tratta di Stephane Richard, patron di Orange ed ex capo di gabinetto dell’allora ministro delle Finanze. Richard è stato posto in stato di fermo nell’ambito dell’inchiesta sul controverso arbitrato per il contenzioso fra il miliardario Bernard Tapie e la banca Credit Lyonnays, avvenuto nel 2008. E’ stato fermato lunedì dalla Guardia di Finanza e dovrà chiarire il suo ruolo nella decisione di ricorrere a un arbitrato per la vendita di Adidas.

La decisione dell’ex ministro delle Finanze Lagarde di rivolgersi a un tribunale arbitrale invece che a uno ordinario avrebbe favorito l’imprenditore Tapie – in quegli anni sostenitore di Sarkozy – garantendogli 403 milioni di euro di risarcimento. Il sospetto degli inquirenti è che la scelta dell’arbitrato non sia stata casuale, così come il nome dei giudici che componevano il tribunale.

Richard dovrà chiarire anche se abbia ricevuto degli ordini dall’alto, cioè dalla Lagarde stessa, che il Tribunale al momento ha sentito come testimone informata dei fatti. L’ex braccio destro della Lagarde dice di non avere nulla da nascondere e afferma di non essere mai stato “detentore del potere politico”. Ma gli inquirenti vogliono vederci più chiaro.

In stato di fermo c’è anche Jean-Francois Rocchi, ex presidente del Consorzio di realizzazione, la struttura incaricata di colmare il passivo del Credit Lyonnais.

Davide Gangale