Prima l’uscita dal trattato di intelligence Open Skies, poi il riferimento durante il G-20 a un secondo mandato. Donald Trump non si arrende e in deroga alla regola non scritta per cui il presidente uscente si limita all’ordinaria amministrazione continua a prendere decisioni strategiche. Gli Stati Uniti si trovano sempre più sospesi in una situazione senza precedenti, con due amministrazioni parallele che non dialogano tra di loro, mentre nelle stesse ore il presidente eletto Joe Biden costruisce la sua squadra di Governo.

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“Non vedo l’ora di lavorare con la presidenza italiana” – Hanno fatto discutere le parole di Trump al G20 tenutosi in modalità virtuale il 21 e 22 novembre. Il presidente ha nuovamente difeso la scelta della sua amministrazione di uscire dagli accordi sul clima di Parigi e, più controversamente, ha dichiarato di “non vedere l’ora di lavorare con la prossima presidenza italiana”. Il nostro Paese prenderà il testimone dall’Arabia Saudita e dirigerà i lavori del G-20 nel 2021, in cui però alla Casa Bianca ci sarà Joe Biden. Al presidente eletto, Trump lascia in eredità anche l’uscita ufficiale degli Stati Uniti dal trattato Open Skies, firmata il 22 novembre. Ideato da George H. Bush nel 1992 e ratificato nel 2002, prevede che Stati Uniti, Russia, Canada e la grande maggioranza dei Paesi europei possano effettuare dei voli di ricognizione nel territorio degli altri Stati firmatari, con l’obiettivo di poter conoscere grandi manovre militari ed evitare escalation di conflitti. L’amministrazione repubblicana, che aveva già annunciato la volontà di lasciare il trattato sei mesi fa, ha motivato la scelta accusando la Russia di ripetute violazioni, specialmente nell’area di Kaliningrad, l’exclave russa tra Polonia e Lituania in cui Mosca ha importanti interessi militari. I Paesi europei erano stati duri contro Trump al momento dell’annuncio di maggio e avevano annunciato la volontà di continuare a rispettare l’accordo anche senza gli Stati Uniti, mentre la Russia ha condannato la scelta americana dichiarando “tutte le opzioni sono ora aperte per noi”.

Le mosse di Biden – L’uscita da Open Skies sarà uno dei tanti dossier di cui si occuperà Anthony Blinken, segretario di Stato (equivalente del ministro degli Esteri italiano) in pectore dell’amministrazione di Joe Biden. Già numero due dell’ultimo segretario di Stato democratico John Kerry, Blinken è un fedelissimo del presidente eletto, di cui era stato direttore dello staff nella commissione per gli Affari esteri. L’ex vice di Kerry è noto per le sue visioni centriste e multilateraliste e avrà il compito di ricucire il rapporto con gli europei lacerato da quattro anni di “America First”, la dottrina isolazionista e protezionista incarnata da Mike Pompeo che non ha risparmiato gli alleati di sempre. Blinken negozierà poi il rientro degli Stati Uniti all’interno degli Accordi di Parigi e dell’OMS, da cui Trump aveva deciso di uscire. Per la carica di consigliere per la Sicurezza nazionale sembra favorito Jake Sullivan, 43 anni, ex stretto collaboratore della campagna di Hillary Clinton nel 2016. Infine, per il prestigioso incarico di ambasciatore all’ONU si parla di Linda Thomas-Greenfield. Afroamericana, è l’ex ambasciatrice in Liberia.