(Foto: Ansa)

Dopo 48 ore di scontri ininterrotti, l’esercito israeliano e i gruppi armati della Striscia di Gaza hanno raggiunto una tregua. L’ha confermato nella notte il sito online del quotidiano israeliano Haaretz, secondo il quale «Il cessate il fuoco sarà reciproco ed entrambe le parti si impegnano al rispetto dell’intesa».

Razzi e missili – Al termine di due giorni di bombardamenti, i più violenti avvenuti negli ultimi mesi, la vita attorno a Gaza sta gradualmente tornando alla normalità. Dalla notte di venerdì 3 maggio, i gruppi armati palestinesi della Striscia – tra cui Hamas, che la governa dal 2007 – hanno lanciato quasi 700 razzi verso il territorio d’Israele, causando la morte di quattro civili israeliani. Lo stato governato da Benjamin Netanyahu ha risposto lanciando raffiche di missili contro alcuni obiettivi militari della Striscia e uccidendo, secondo il ministero della Sanità locale, 25 palestinesi. Secondo la stessa fonte, sarebbero 170 i civili rimasti feriti dagli stessi bombardamenti.

La tregua – Il premier israeliano Netanyahu si è detto scettico circa la durevolezza della tregua raggiunta con Hamas: «La campagna non è terminata. Adesso occorrono pazienza e ponderatezza – ha commentato -. L’obiettivo era e resta garantire calma e sicurezza per chi vive nel sud di Israele». Toni entusiastici, invece, dal fronte palestinese: «La resistenza ha conseguito un grande successo, e ha ottenuto gli obiettivi che si prefiggeva avendo sconfitto il nemico», hanno dichiarato lunedì mattina i media vicini a Hamas, spiegando alla popolazione di Gaza il significato del cessate il fuoco con Israele. Per Netanyahu la priorità sembra essere quella di favorire a Gaza e nei territori limitrofi condizioni di reale e duratura sicurezza. A tal proposito è intervenuto l’ambasciatore di Israele a Roma, Ofer Sachs, invitando Italia, Europa e Stati Uniti a «lavorare tutti insieme per creare un’alternativa nella Striscia di Gaza». A quanti vivono in quelle zone, ha aggiunto Sachs, «Abbiamo il dovere di dare un futuro migliore».

Gli Usa – Intanto, dagli Stati Uniti, il presidente Donald Trump non ha tardato a manifestare il proprio sostegno verso Israele. Il Paese, ha dichiarato il premier americano, sarà sostenuto «al 100% nella difesa dei suoi cittadini». Ha poi aggiunto, ammonendo Gaza, che «gli atti terroristici contro Israele non porteranno nulla se non ulteriore miseria. Basta con la violenza e lavorare per la pace, ci può essere».