Nuovi apparenti spiragli per un accordo sul cessate il fuoco e sulla liberazione degli ostaggi a Gaza. Secondo quanto riferito dall’agenzia di intelligence israeliana Mossad, il governo di Tel Aviv starebbe studiando il piano per una tregua proposto da Hamas e mediato da Egitto e Qatar. Nella serata del 4 luglio il premier Benjamin Netanyahu ha convocato il gabinetto di sicurezza per consultare il team negoziale israeliano, che nella giornata precedente aveva ricevuto dal gruppo armato palestinese un riferimento sulle linee generali dell’intesa.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il premier israeliano Benjamin Netanyahu (ANSA)
«Un piano- sottolinea Hamas – che contiene nuove idee per porre fine alla guerra che dura da quasi nove mesi». Secondo quanto riferito da due alti funzionari israeliani all’agenzia di stampa Axios, lo Stato ebraico avrebbe colto importanti progressi nella nuova proposta di Hamas, che aprirebbe la porta a negoziati più dettagliati tali da sfociare in un accordo di un cessate il fuoco concreto e duraturo. «Israele – ha affermato l’ufficio di Netanyahu – sta esaminando il riferimento e darà a breve la sua risposta ai mediatori». Intanto, l’emittente pubblica israeliana Kan ha affermato che Netanyahu e Biden dovrebbero avere una conversazione telefonica subito dopo le consultazioni del gabinetto di sicurezza, che dovrebbero tenersi a partire dalle 19:30 ora locale alla Matcal Tower di Tel Aviv, sede centrale delle Forze di difesa israeliane (Idf).
Tragedia umanitaria- Nel frattempo, l’esercito di Tel Aviv continua a colpire Gaza con violente operazioni militari nella zona centrale di Rafah, a Nuiserat e nella zona ad est di Khan Younis. Proprio nel campo profughi nel centro della Striscia, un raid aereo delle Idf ha colpito un edificio residenziale vicino al principale centro medico, uccidendo, secondo quanto riportato da Al Jazeera, almeno sette persone e ferendone venti. Gli incessanti bombardamenti in vaste aree dell’enclave palestinese hanno provocato fughe di massa dall’area centrale di Gaza verso la costa, dove sono stati allestiti campi di fortuna per la ricezione dei civili. Secondo l’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite OCHA, intanto, circa il 90% della popolazione della Striscia di Gaza (1,9 milioni di persone) è stata sfollata almeno una volta dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, e oltre 300mila persone sarebbero bloccate nel nord senza poter accedere ad aiuti umanitari.

Una colonna di fumo in un villaggio al confine tra Libano e Israele, nell’altipiano del Golan (ANSA)
Aria di guerra sul fronte libanese- Crescono i timori per una possibile escalation militare totale tra Hezbollah e Israele. Mercoledì 3 luglio, il gruppo paramilitare libanese ha annunciato la morte di uno dei suoi comandanti più importanti, Mohammed Nimah Nasser, ucciso in un bombardamento israeliano nel sud del paese. Un’operazione che, secondo quanto riportato da Haaretz, avrebbe portato a una raffica da oltre 200 razzi e 20 droni contro postazioni militari nel nord dello Stato ebraico. Nasser è il terzo alto funzionario di Hezbollah a venire ucciso in quasi nove mesi di combattimenti lungo il confine tra Libano e Israele.