Cinquantantatrè miliardi di dollari in cinque anni per ricostruire Gaza e un controllo dell’ANP (Autorità Nazionale Palestinese) al posto di Hamas. Sono questi alcuni contenuti nel piano proposto dalla Lega Araba (organizzazione internazionale politica che comprende 22 Paesi del Nordafrica e della Penisola Arabica) lo scorso 4 marzo. Giornata nella quale si è tenuto a Il Cairo, in Egitto, un vertice straordinario per discutere del futuro della Striscia. All’incontro presenti i capi di governo di Qatar, Emirati Arabi e Arabia Saudita, oltre al presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi.

I contenuti – Il piano prevede un fondo comune di 53 miliardi di dollari in cinque anni per ricostruire totalmenteentro il 2030 Gaza, oggi ridotta in macerie dai bombardamenti israeliani. Il controllo della Striscia poi passerebbe da Hamas all’ANP (l’Autorità Nazionale Palestinese), istituzione politica ora al potere in Cisgiordania riconosciuta anche a livello internazionale. Al Sisi ha specificato che il piano prevede che «il popolo palestinese rimanga nella sua terra». Una risposta al video postato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nel quale Gaza si trasformava in una sorta di resort per turisti con piscine, yacht, casinò e macchine di lusso. Il piano presentato dalla Lega Araba è stato accolto con favore anche dal segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, che ha dichiarato di sostenere con forza un disegno che preveda la ricostruzione di Gaza senza lo sfollamento dei Palestinesi chiesto da Trump.

No di Israele – Il piano proposto dalla Lega Araba non è però stato accolto con favore da Israele. Da Gerusalemme fanno infatti sapere che la dichiarazione ufficiale del vertice straordinario tenuto a Il Cairo non contiene al suo interno una chiara condanna al massacro del 7 ottobre del 2023, di fatto il casus belli della guerra tra Israele e i palestinesi di Gaza. Hamas, inoltre, non viene definita, come vorrebbe Tel Aviv, “un’entità terroristica omicida”. L’unica soluzione, fa sapere il governo Nethanyahu, rimane quindi quella proposta da Trump, che prevede l’espulsione dei gazawi nelle vicine Giordania ed Egitto e il controllo statunitense sulla Striscia.

Stati Uniti – Nel frattempo Donald Trump, sul suo profilo social Truth, si è scagliato contro Hamas, minacciando di scatenare l’inferno se gli ostaggi non verranno liberati in tempi brevi: «Shalom Hamas significa Ciao e Arrivederci – ha scritto -. Potete scegliere. Rilasciare tutti gli ostaggi ora, non dopo, e restituire immediatamente tutti i cadaveri delle persone che avete assassinato, o per voi è FINITA”». Poi ha proseguito: «Solo le persone malate e contorte conservano i corpi, e voi siete malati e contorti! Sto inviando a Israele tutto ciò di cui ha bisogno per finire il lavoro, nessun membro di Hamas sarà al sicuro se non farà come dico. Ho appena incontrato i vostri ex ostaggi le cui vite avete distrutto. Questo è il vostro ultimo avvertimento! Per la leadership, ora è il momento di lasciare Gaza, finché avete ancora una possibilità». Trump ha concluso il suo messaggio con quella che suona come una vera e propria minaccia verso Hamas: «Inoltre, al popolo di Gaza: un futuro meraviglioso vi attende, ma non se tenete degli ostaggi. Se lo fate, siete MORTI! Prendete una decisione INTELLIGENTE. RILASCIATE GLI OSTAGGI ORA, O CI SARÀ L’INFERNO DA PAGARE PIÙ TARDI!». I caratteri maiuscoli, che su Internet equivaldgono a un urlo, sono nell’originale.