(Foto Ansa)

Si apre negli Stati Uniti il processo per la morte di George Floyd, l’uomo afroamericano ucciso il 25 maggio scorso mentre veniva arrestato con l’accusa di aver usato una banconota da venti dollari contraffatta. Oggi, 29 marzo, si presenta sul banco degli imputati a Minneapolis l’agente di polizia Derek Chauvin, che per otto minuti ha tenuto il ginocchio sul collo di Floyd, mentre lui a terra e ammanettato ripeteva «I can’t breathe», non riesco a respirare. Il video degli ultimi minuti di vita di Floyd, ripresi da un passante, ha provocato un’ondata di proteste negli Stati Uniti contro il razzismo e le violenze della polizia.

Il processo – Gli occhi dell’America sono puntati sul procedimento, definito uno dei più importanti processi per brutalità della polizia nella storia della nazione. Nell’aula del tribunale della contea di Hennepin entreranno le telecamere di CourtTv, una prima volta nella storia del Minnesota. La città intanto si prepara a ogni possibile esito: la zona intorno al tribunale è recintata e presidiata dalla Guardia Nazionale. Le accuse contro Chauvin, 44 anni, sono di omicidio preterintenzionale di secondo grado, omicidio colposo e omicidio di terzo grado. Se dovesse essere riconosciuto colpevole di omicidio preterintenzionale, potrebbe finire in carcere per 40 anni. Il suo avvocato difensore, Eric J. Nelson, proverà a convincere la giuria che a risultare fatale per Floyd sia stata un’overdose, combinata con problemi di salute.

La giuria – I 12 giurati, insieme alle tre riserve, sono stati selezionati nelle settimane scorse. Sei di loro (come anche le riserve) sono bianchi, quattro neri. La giurata più anziana è una donna afroamericana ultrasessantenne, i più giovani sono una ragazza e un ragazzo ventenni. Quest’ultimo è anche l’unico ad aver dichiarato durante il processo di selezione della giuria di non aver visto il video della morte di Floyd. Ai possibili giurati era anche stato chiesto di esprimere le loro opinioni sul razzismo in America e in particolare nelle forze dell’ordine.

Il risarcimento – Un altro tema al centro della selezione della giuria è stato quello del pagamento di un risarcimento multimilionario alla famiglia di Floyd da parte della città di Minneapolis. Come riportato dal New York Times, due dei candidati che inizialmente erano stati scelti sono stati rimossi dopo l’annuncio del pagamento da 27 milioni di dollari: interrogati dal giudice Peter Cahill, hanno ammesso di aver letto la notizia e di non riuscire più a riconoscere la presunzione d’innocenza per Chauvin. Il giudice ha invece rifiutato la mozione della difesa di Chauvin, che aveva chiesto che il processo venisse spostato da un’altra parte per via della pubblicità ricevuta dalla notizia del risarcimento.