«Pesavo 120 chilogrammi, ora 64. Se scendo sotto i 60, i medici prevedono un’insufficienza multiorgano. Il mio corpo si sta lentamente e costantemente deteriorando. Passo tutto il mio tempo a letto perché non riesco più ad alzarmi». È l’ultimo sos lanciato da Mikheil Saakashvili, ex presidente della Georgia, direttamente dall’ospedale dove è ricoverato ai giornalisti di Sky News.
Il team legale di Saakashvili ha reso noto che nel suo corpo sono state trovate tracce di mercurio e arsenico, nonostante l’attuale governo filorusso della repubblica caucasica respinga tutte le accuse. Nessuno può accedere al reparto dove si trova l’ex presidente, motivo per il quale Saakashvili ha risposto in forma scritta e tramite il suo avvocato alle domande dei giornalisti.

La vicenda – Saakashvili fu arrestato nell’ottobre 2021 e condannato a sei anni di carcere con l’accusa di abuso di potere quando era presidente. I suoi sostenitori affermano che la detenzione sia stata un pretesto usato dal partito allora al governo, di cui leader era l’oligarca Bidzina Ivanishvili. Fin dai primi mesi in carcere l’ex presidente ha cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale, definendosi un prigioniero di Vladimir Putin, per la sua posizione politica filo-europea e anti-russa. «Putin mi considera uno dei suoi principali nemici. Ha pubblicamente promesso di uccidermi. Ora sono in prigione, come uno dei suoi prigionieri personali». Nel dicembre 2022, con una lettera indirizzata al quotidiano Le Monde, scritta a mano e titolata con la sigla SOS, Saakashvili ha chiesto aiuto al presidente francese Emmanuel Macron. «Assassini! Gli assassini! L’ex presidente georgiano Saakashvili avvelenato con mercurio e arsenico», titolava Le Monde. Nella lettera si legge: «Ho lottato per tutta la vita per la libertà e le riforme in Georgia e in Ucraina e contro la politica imperialista russa. Sono stato avvelenato in prigione. Sto morendo, non ho più molto tempo».

«Vicino alla morte»- Ora le sue condizioni di salute sarebbero nettamente peggiorate, anche a seguito dello sciopero della fame avviato per protestare contro il governo, tanto che il suo legale Shalva Khachapuridze lo ha paragonato «a un prigioniero in un campo di concentramento nella Germania nazista». Secondo Sadzaglishvili, un altro avvocato dell’ex presidente georgiano, soltanto un intervento delle potenze occidentali potrebbe salvare la vita al suo assistito. «Molto probabilmente verrà riaffermata la necessità di un suo trasferimento all’estero, per salvaguardare la sua incolumità fisica, per potergli offrire cure adeguate e un vero processo di riabilitazione», commenta l’avvocato. Per Sadzaglishvili non ci sono dubbi sul fatto che Saakashvili sia un perseguitato politico. «Non sono sicuro che lo rilasceranno, nonostante il caso sia diventato di rilevanza internazionale. Gli oligarchi russi e la Russia in generale stanno avendo non poca influenza sui destini della Georgia. La discussione sulla situazione politica in Georgia è molto accesa e tanti eventi che accadono nel mio Paese stanno subendo l’influenza del conflitto in Ucraina»: ha detto il legale.

Proteste accese- Una società, quella georgiana, sconvolta nelle ultime settimane dalle proteste dei cittadini di Tbilisi, radunatisi fuori al Parlamento, che hanno portato al ritiro del disegno di legge sulla trasparenza dell’influenza straniera. Nonostante questo, non si sono fermate le manifestazioni dei cittadini georgiani che chiedono le dimissioni del governo. Immediata la reazione della Russia. Il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, in un’intervista alla televisione di Stato, ha ribadito che i disordini in Georgia sono stati orchestrati dall’estero per creare problemi ai confini russi e sono «solo una scusa per tentare un cambio di potere con la forza».

Lettera ai manifestanti- Ai manifestanti si rivolge anche Saakashvili che, durante l’intervista a Sky News, dice: «Restate molto vigili, siate pronti a mobilitarvi con breve preavviso, a causa dello stato d’animo vendicativo del regime degli oligarchi». In un’intervista al giornale francese Le Figaro, poi, aggiunge: «È la prima volta che i georgiani si mobilitano in questo modo, come fecero gli ucraini nel 2014 durante la rivoluzione della dignità . Molto dipenderà dal successo del contrattacco ucraino, il successo degli europeisti, ma anche il destino di Ivanishvili». Sull’ex presidente georgiano dice: «Quando l’Ucraina vincerà, il suo sistema si disintegrerà automaticamente. La Georgia non sarà mai più un regime individuale come lo è oggi. Sarà sotto l’influenza dell’Ucraina e si avvicinerà all’Ue e alla Polonia».