Piccole coalizioni non crescono. Ma governano, almeno in Germania. Dopo 45 giorni dal voto di febbraio, i democristiani dell’unione Cdu-Csu e i socialdemocratici della Spd hanno raggiunto un accordo per formare il nuovo governo guidato dal leader conservatore Friedrich Merz. Il futuro cancelliere ha dichiarato che il suo governo sarà forte e capace di agire, ma nel frattempo l’Afd, il partito dell’estrema destra, continua a crescere: attualmente è dato al 25% dei consensi ed è il primo partito tedesco. La coalizione ha stipulato un contratto di 144 pagine che si intitola «Responsabilità per la Germania», ma per gli oppositori questi nuovi accordi non rispecchierebbero il volere popolare emerso dalle elezioni federali.

Sintonia – Merz voleva chiudere i negoziati entro Pasqua e ci è riuscito. Non accadeva dai primi anni Duemila che la trattativa durasse così poco tempo per produrre un accordo (nel 2017 ci erano voluti 171 giorni di consultazioni, mentre ne passarono 86 nel 2013). L’economia tedesca in deficit e la svolta anti europea di Donald Trump hanno evitato tentennamenti da parte di democristiani e socialdemocratici. Il futuro cancelliere vorrebbe presentarsi al Bundestag, il parlamento federale, per ottenere la fiducia e avviare il nuovo mandato entro il 7 maggio. L’8 maggio si festeggia l’80esimo anno dalla fine della Seconda guerra mondiale e Merz ci tiene ad accogliere da cancelliere i capi di stato esteri.

Composizione – Spd avrà sette ministeri, Cdu sei più la cancelleria e alla Csu ne andranno tre. I nomi dei ministri saranno resi noti dopo un referendum tra i socialdemocratici mentre i democristiani ne discuteranno nel loro congresso del prossimo 28 aprile. Un’importante novità è il Consiglio nazionale della sicurezza, che passa sotto il controllo diretto del cancelliere, agli esteri dovrebbe andare un fedelissimo di Merz. Dicasteri chiave come finanze e difesa dovrebbero essere gestiti dai politici della Spd.

Opposizione – L’Afd cresce nei consensi e in tono denigratorio chiama l’accordo «piccola coalizione», in contrapposizione alla Grosse Koalition del tempi di Merkel  e Schröder. I numeri le danno ragione perché i voti dei partiti di maggioranza sono stati appena sufficienti per evitare l’entrata al governo dell’estrema destra. Proprio per questo, nei mesi scorsi Merz ha sfruttato il parlamento uscente per far passare leggi controverse come l’eliminazione del freno al debito. Azione che sarebbe stata impossibile con la nuova composizione del Bundestag perché non avrebbe raggiunto i voti necessari. I tedeschi si preparano a sconti sulle bollette, a fondi di 10 miliardi per finanziare le imprese, ad armi da comprare per raggiungere il 3% di spesa militare. Il tutto perché, per la prima volta da decenni, un governo tedesco sarà libero di indebitarsi.