epa03961505 Chancellor Angela Merkel speaks at the CSU party conference in Munich, Germany, 23 November 2013. The conference will last until 23 November 2013.  EPA/PETER KNEFFEL

Grande coalizione, atto secondo. Anche la Germania avrà le sue larghe intese, tra i due principali partiti tedeschi. Ma per la formalizzazione bisognerà aspettare il 17 dicembre, data in cui il Bundestag, Parlamento federale tedesco, voterà sull’esecutivo.

I protagonisti sono i cristiano-sociali del Cdu-Csu, in quota Merkel, e, un po’ a sorpresa, i socialdemocratici di Spd. L’intesa, dopo due mesi di trattative seguiti alle elezioni del 22 settembre e al naufragio di dialogo con i Verdi, è stata raggiunta alle cinque del mattino fra un gruppo di 75 negoziatori delle due forze politiche, “costrette” a governare insieme dal risultato elettorale. L’annuncio arriva dai profili Twitter del parlamentare conservatore Michael Grosse-Broemer e la premier del land della Saar, Annegret Nramp-Karrenbauer. Al limite, ma perfettamente nei termini fissati – per il 27 novembre – proprio da Angela Merkel.

Ben il 41,5 per cento dei tedeschi ha rinnovato nelle urne la fiducia alla cancelliera uscente, dunque una parte consistente del corpo elettorale, ma non quella maggioranza assoluta che avrebbe evitato la Grosse Koalition. Una formula già sperimentata dal 2005 al 2009, all’epoca del primo governo Merkel, seguita, nella successiva legislatura, da un’intesa governativa tra i cristiano-sociali, principale forza al potere, e i liberaldemocratici, che non hanno superato la soglia di sbarramento per entrare in Parlamento.

Inevitabili le concessioni dei cristiano-sociali alla sinistra. Il Cdu-Csu avrebbe accettato di istituire un salario minimo garantito a partire dal 2015, un aumento delle pensioni per i lavoratori più deboli e le madri di famiglia e la possibilità di andare in pensione a 63 anni per chi ha 45 anni di contributi.

Angela Merkel, soddisfatta del risultato, ha commentato: «È stato fatto un passo in avanti nella giusta direzione». Sarà un governo nel segno della continuità, nonostante le nuove alleanze. «Abbiamo mantenuto le promesse fatte ai nostri elettori in campagna elettorale. Innanzi tutto sulle finanze solide, senza nuovi debiti e per una solida Unione europea, che non sia un’Unione dei debiti. La piena occupazione è un obiettivo possibile per la Germania».

Silvia Ricciardi