Nell’Europa dilaniata dal dilemma della Brexit e spaventata dai partiti xenofobi, c’è un Paese che si avvia alla campagna elettorale con la quasi certezza del successo dei due partiti tradizionali. È la Germania, leader del blocco continentale chiamata alle urne il prossimo 24 settembre. Tra la cancelliera uscente Angela Merkel e l’”uomo nuovo” Martin Schulz, la battaglia si preannuncia serrata ma, stando ai sondaggi delle ultime settimane, l’esito quasi scontato: una netta affermazione della Grosse Koalition uscente Cdu-Spd. L’accordo fra le due principali forze nel Bundestag si profila come uno degli scenari più probabili, dato il sistema elettorale di tipo proporzionale.

La grande sorpresa – Tanto per Tonia Mastrobuoni, corrispondente di Repubblica da Berlino, quanto per Birgit Schoeneau, giornalista del quotidiano tedesco Die Zeit a Roma, ha un solo nome la vera grande sorpresa di quest’avvio di campagna elettorale: Martin Schulz. È stato lui, il 61enne ex presidente del Parlamento Europeo, a “scongelare” i voti dell’Spd, aumentando i consensi per i socialdemocratici. Liberando il suo partito dall’”abbraccio mortale” con i conservatori di Angela Merkel, Schulz ha rilanciato l’impronta battagliera dell’Spd, tornando a entusiasmare e ad appassionare alla politica decine di migliaia di giovani.

Disciplina – Altrettanto impressionante, per Tonia Mastrobuoni, la ferrea disciplina di partito dimostrata dai socialdemocratici in occasione dell’incoronazione di Schulz a nuovo leader. Un’elezione plebiscitaria quella svoltasi a Berlino lo scorso 19 marzo: 100% la percentuale di voti attribuiti al politico di Hehlrath. A dimostrazione, per la giornalista di Repubblica, della capacità dei partiti tedeschi di unirsi contro un comune avversario esterno. «Un personaggio dotato del carisma di una sedia – continua la Mastrobuoni – Ma ciononostante in grado di far risalire l’Spd nei sondaggi, e ambire ora a sconfiggere la Merkel».

Luci e ombre – Se la Germania può guardare con ragionevole ottimismo al risultato delle prossime elezioni, tuttavia la società è meno unita di quanto possa apparire. A dividere i tedeschi, secondo la Schoeneau – che ha dialogato con la collega italiana nel corso di un incontro al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia – è il divario socio-economico che non accenna a rimarginarsi, soprattutto nei grandi centri urbani. Al contrario, un elemento di coesione sembra essere il sentimento d’appartenenza all’Europa, secondo la corrispondente del Die Zeit. E lo dimostrano le migliaia di persone che da settimane scendono in piazza in molte città tedesche, per ribadire la fiducia che la Germania ripone nell’Unione.