Le famiglie palestinesi di Sheik Jarrah, il quartiere di Gerusalemme Est dove in maggio è scatta la scintilla che ha contribuito a riaccendere le ostilità fra Israele e Hamas, martedì 2 novembre 2021 hanno rifiutato l’accordo proposto dalla Corte Suprema israeliana per risolvere la disputa sulla proprietà delle loro abitazioni. Le case sono abitate da famiglie arabe dagli anni Cinquanta, quando la zona era sotto il controllo della Giordania. Ma adesso è stato emesso un ordine di sfratto su richesta di un’organizzazione israeliana che rivendica la proprietà del terreno, dopo averlo acquisito da due società ebraiche che lo avevano comprato nel 1876, prima della formazione dello Stato d’Israele.

La proposta – A inizio ottobre, la Corte Suprema israeliana aveva proposto un compromesso per mettere fine alla disputa legale sugli sfratti, durata mesi. La Corte ha riconosciuto l’associazione religiosa ebraica Nahalat Shimon come proprietaria degli immobili e dei terreni contesi. Ma alle 28 famiglie interessate dal procedimento giudiziario è stato offerto lo status di inquilini protetti da tentativi di sfratto per i prossimi 15 anni, in cambio di un affitto molto basso (2.400 shekel), da pagare alla Nahalat Shimon.
Le famiglie palestinesi hanno però deciso di rifiutare, dicendo che l’accordo li avrebbe messi «alla mercé di un’organizzazione di coloni». Alcuni media, come il giornale israeliano Haaretz, hanno riportato che anche dall’Autorità palestinese sono arrivate pressioni sulle famiglie perchè rifiutassero l’accordo.
La sentenza della Corte suprema israeliana era attesa per maggio del 2021. La caiusa era arrivata di fronte al più alto tribunale dello Stato dopo che un tribunale distrettuale di Gerusalemme aveva confermato la liceità degli sfratti . La data della sentenza della Corte era poi stata rimandata, dopo che per settimane nel quartiere c’rera stati scontri e proteste, che insieme alla repressione delle manifestazioni vicino alla moschea di al-Aqsa avevano contribuito all’escalation delle tensioni fra stato israeliano e Hamas a Gaza, con 11 giorni, dal 10 al 21 maggio, di lanci di missili e incursionì aeree.

La storia – Al centro della disputa su Sheikh Jarrah c’è la proprietà del quartiere, che era stato acquistato da due organizzazioni ebraiche (Sephardic Jewish Committee e Knesset Jewish Committee) alla fine dell’Ottocento. L’interesse ebraico sulla zona era motivato dalla presenza della tomba di Shimon Hatzadik, sommo sacerdote nel III secolo d.C. All’inizio del Novecento, il quartiere era abitato da poche famiglie, per la maggior parte arabe con una piccola presenza ebraica. Nel 1948, dopo la formazione dello Stato d’Israele, tutto il territorio di Gerusalemme Est era passato sotto il controllo della Giordania: nel 1956, a Sheikh Jarrah erano state costruite abitazioni assegnate a 28 famiglie di rifugiati palestinesi che avevano lasciato le loro proprietà durante la guerra del 1948. Nel 1967, però, con la Guerra dei sei giorni, il controllo di Gerusalemme est è passato allo Stato ebraico.
Nel 1970 il parlamento israeliano ha approvato una legge che riconosce a chi aveva proprietà a Gerusalemme Est, passate sotto il controllo giordano nel 1948, il diritto di riottenerle: la legge non si applica però alle proprietà palestinesi a Gerusalemme Ovest e nel resto d’Israele che sono passate a cittadini israeliani dopo la nascita dello Stato ebraico e il conflitto. Nel 1982 le famiglie della zona hanno firmato un contratto in cui riconoscevano la proprietà ebraica di Sheikh Jarrah: negli anni seguenti hanno però detto di non riconoscere più questo accordo e di essere stati costretti a firmarlo.
Nel 2003 il territorio, sulla carta ancora di proprietà delle due associazioni ebraiche che lo avevano acquisito nel 1876, è stato venduto a un’associazione religiosa ebraica, la Nahalat Shimon, che ha come obiettivo quello di favorire la presenza di abitanti ebrei a Gerusalemme Est. Di fronte alla rivendicazione della proprietà da parte dell’associazione le famiglie palestinesi sottolineano che il quartiere è parte di quei territori che fin dal 1948 le Nazioni Unite hanno indicato come appartenenti a un futuro (e per ora ipotetico) Stato palestinese. Aggiungono di essere diventate proprietarie delle case e dei terreni contesi quando Sheikh Jarrah era sotto il controllo, riconosciuto a livello internazionale, del regno giordano.