La mappa del centro di Jakarta

La mappa del centro di Giacarta                        dove sono avvenute le esplosioni.

“Poteva essere una nuova Parigi”. Così ha detto il portavoce della polizia di Giacarta Anton Charliya parlando con la stampa dopo gli attacchi avvenuti nella capitale indonesiana. Erano le 10.30, le 4.30 in Italia, quando si sono sentite diverse esplosioni a pochi minuti di distanza e tutte concentrate nella stessa area commerciale del centro.

La prima è avvenuta in Thamrin street, vicino a un punto vendita della catena Starbucks, che poco dopo ha annunciato la chiusura di tutti i propri negozi per l’intera giornata. Altre poi sono state avvertite in una via poco distante, all’interno di un centro commerciale vicino a un Mc Donald’s.

Il presidente indonesiano Joko Widodo ha parlato di «atti di terrorismo», riferendosi alle minacce ricevute pochi giorni fa dall’Isis, che aveva annunciato un’azione per mettere l’Indonesia «sotto la luce dei riflettori». Per la polizia non è ancora sicuro che si tratti di un’operazione voluta dallo Stato Islamico, anche se nell’ultimo mese erano già state rafforzate le misure di sicurezza nelle chiese, negli aeroporti e in altri siti considerati a rischio in tutto il Paese.

Lo Starbucks di Giacarta dove è avvenuta la prima esplosione

 

Cinque gli assalitori morti, mentre altri quattro sono stati arrestati. Per il primo ministro indonesiano i morti negli attentati per ora sono sette accertati. L’ambasciata olandese ha dichiarato poi che un proprio connazionale sarebbe stato ferito gravemente, Il capo dell’Intelligence di Stato, Sutiyoso, ha assicurato che la situazione nel pomeriggio è tornata sotto controllo, con la messa in sicurezza dell’intero quartiere. “Non ci sono altri assalitori, li abbiamo presi tutti” ha poi aggiunto il capo della polizia Badrodin.

Sui social circolano molte foto e video sugli attentati, ma anche una polemica contro Facebook: durante gli attacchi di novembre a Parigi, infatti, era stata attivato un servizio di geolocalizzazione per gli amici possibilmente coinvolti, per Giacarta invece non c’è stata la possibilità di sapere dove si trovassero i propri contatti.

Cecilia Mussi