A Tokio sta per partire una nuova epoca. Che promette «armonia e pace». E’ questo il significato di Reiwa, il nome scelto per la nuova era del Giappone imperiale, la numero 248, che inizierà il primo maggio con l’ascesa al trono di un altro sovrano. Al comando ci sarà Naruhito, il figlio di Akihito, che a 85 anni, dopo 30 anni, ha deciso di abdicare. Un gesto che non ha mai avuto precedenti nella plurisecolare storia imperiale del paese. Secondo la tradizione si passava a un’era successiva solo in seguito alla morte dell’imperatore.
Valori e obiettivi – Il calendario giapponese antico, detto wareki, è rimasto in uso fino alla restaurazione e all’inizio dell’età moderna (cioè fino al 1873 o era Meiji), momento in cui il paese introdusse il calendario gregoriano adottandolo al calendario lunisolare cinese. Di questo calendario, oggi, è rimasta viva una lunga tradizione: la suddivisione in ere o gengo. Ogni era indica il periodo in carica di un imperatore e porta con sé i valori e gli obiettivi che il mandato vorrebbe garantire al paese anche se questa potrebbe subire delle variazioni in corso d’opera, come è successo per la lunga era Showa (1926- 1989), che visse una fase di ultranazionalismo militarista nel primo ventennio e una fase di ricostruzione dopo le guerre.
Segreto e tradizione – Yoshihide Suga, il portavoce del governo, ha spiegato che il nome Rei-wa è stato scelto (in gran segreto) dopo una lunga selezione e deriva dall’antica collezione di poesie Manyoshu risalente al VII secolo. Per la prima volta si è utilizzato un testo antico giapponese e non si è citato un testo classico cinese. I due ideogrammi che compongono la parola possono assumere diversi significati come “piacevole”, “ordine” (per rei) e “pace”, “armonia” (per wa). Il passaggio poetico a cui si fa riferimento parla di un prugno che, dopo aver superato un lungo inverno, si trova in piena fioritura per la primavera. Il primo ministro Shinzo Abe ha descritto così la scelta: “La primavera arriva dopo il severo inverno, è l’inizio di un tempo pieno di speranza” e ha poi aggiunto: “Una cultura nasce e si nutre quando le persone vivono insieme in armonia. Questo nome vuole segnare l’inizio di un’era piena di speranza”.
Grandi prospettive per il popolo nipponico, ma c’è stato qualcuno, come riporta Quartz, che ha voluto sottolineare la discutibile scelta dell’accostamento dell’ideogramma ra (che rimanda al comando e all’ordine) e di quello wa che racconta la pace. Scelta che andrebbe così a sottolineare i tratti conservatori del primo ministro Abe.
?
command, rule
?? (???? meirei) command, order
?? (????? reijou) warrant
?? (???? hourei) law?
harmony
??? (???? nagoyaka) peaceful
?? (??? heiwa) peace
?? (???? chouwa) harmony
?? (??? wakai) accommodation#?? #Reiwa https://t.co/TVVyTi7JNh— Ako (@akokitamura) April 1, 2019
Politica e futuro – Perché per i giapponesi l’inizio della nuova era è importante? Nel passaggio da un’epoca precedente alla successiva c’è un incontro tra la tradizione e il governo in carica. Non si tratta quindi solo di un rimando culturale antico ma riflette le scelte politiche di chi comanda il paese. L’era che sta ormai iniziando il suo ultimo mese è l’era Heisei che significa “raggiungere la pace” o “pace ovunque”. È iniziata l’8 gennaio del 1989 con l’insediamento del 125esimo imperatore Akihito e terminerà ufficialmente il 30 aprile lasciando il trono al principe 59enne Naruhito, che è il più anziano a salire in carica dall’inizio dell’età moderna. L’era attuale sente ancora la ferita di ciò che causò più di 20 mila morti nella penisola: sangatsu juichi, cioè lo tsnunami dell’11 marzo 2011 e l’incidente nucleare che causò l’esplosione della centrale di Fukushima, i cui danni influiscono ancora sulla qualità delle acque del paese. Eventi drammatici che hanno però portato una nuova consapevolezza verso le tematiche ambientali che sono state protagoniste degli ultimi anni e che
Muro e Olimpiade – Prima di Heisei ci fu l’era Showa che attualmente rimane il regno più lungo nella storia imperiale giapponese. L’anno di congiunzione tra le due ere, oltre a essere l’anno della caduta del muro di Berlino, portò al massimo storico dell’indice della borsa Nikkei di Tokyo e segnò la fine del boom economico del paese. Andando a ritroso, prima di questa ci fu l’era di Taisho (1912-1926) e prima ancora l’era Meiji (1868-1912) che segnò l’inizio dell’età moderna del Giappone. Dal primo maggio quindi ci sarà un nuovo inizio per il Paese del sol Levante, che partirà alla carica con la programmazione di un grande evento positivo: l’ Olimpiade di Tokyo del 2020.