«La Francia non è un Paese come gli altri. Il senso delle ingiustizie è più forte che altrove». Con queste parole si apre la lettera che il presidente francese Emmanuel Macron ha indirizzato ieri, domenica 13 gennaio, ai propri concittadini con l’obiettivo di aprire un dialogo sui temi più “caldi” delle ultime settimane. La contestazione dei gilet gialli, infatti, non si è per nulla placata dopo i provvedimenti dell’Eliseo per venire in contro alle classi più disagiate: nella nona giornata di proteste, sabato 12 gennaio, sono scese in piazza 84mila persone in tutto il Paese – dati del ministero dell’Interno – molte più delle 50 mila mobilitatesi il sabato precedente.
La lettera – «Trasformiamo insieme la collera in soluzioni» è l’invito con il quale Macron apre la lista di domande rivolte ai francesi, domande con cui dichiara l’intenzione di costruire un dibattito civile, ripudiando nettamente qualsiasi tipo di violenza. I temi affrontati sono quattro: fisco e spesa pubblica, organizzazione dello Stato e dei servizi pubblici, transizione ecologica, democrazia e cittadinanza. Per ciascuno di questi, il capo di Stato francese ha proposto una serie di quesiti specifici, tra cui alcuni che stanno facendo molto discutere come quello che affronta il tema dell’immigrazione e gli obiettivi che può porsi il parlamento a riguardo: l’argomento non è mai stato al centro delle proteste dei gilet gialli e fino a qualche giorno fa la maggioranza aveva escluso di inserire una questione così scottante, che rischia di favorire Marine Le Pen, nella consultazione. «Come rendere il nostro fisco più giusto ed efficace? Che tasse bisogna abbassare prima delle altre?», chiede il presidente. Altro tema importante affrontato nella lettera è il voto obbligatorio: «Dobbiamo riconoscere il voto in bianco? Occorre rendere il voto obbligatorio?». La questione non figura nel programma con cui Macron ha vinto le ultime presidenziali ma, come riporta il quotidiano Le Monde, in una dichiarazione dello scorso dicembre si è detto «aperto» al riconoscimento delle schede lasciate in bianco.
Il dibattito nazionale – Con la lettera pubblicata ieri, Macron apre ufficialmente il Grand débat national, un dialogo con i cittadini che avrà come prima tappa Grand Bourgtheroulde, paese della Normandia scelto dal capo di Stato per incontrare i cittadini e 600 sindaci della regione. Il confronto si svolgerà domani, 15 gennaio, e quanto al coordinamento del dibattito sono stati incaricati Sébastien Lecornu, il ministro responsabile delle collettività territoriali, che gestirà il dialogo con i sindaci, e Emmanuelle Wargon, segretaria di Stato presso il ministro della Transizione ecologica, che coordinerà il dibattito con la società civile. Stando a quanto dichiara l’Eliseo, Macron farà ogni settimana uno o due spostamenti nell’ambito della consultazione, fino al 15 marzo, data dalla quale il presidente promette di «trarre le conseguenze» entro un mese.