Scaffali vuoti, razionamenti temporanei e prezzi alle stelle. Fenomeni già visti durante la pandemia e dopo l’entrata in vigore della Brexit ma che nelle ultime settimane stanno ritornando a colpire i supermercati della Gran Bretagna. A mancare sono principalmente verdure provenienti dal Nord Africa e dal Sud Europa, tra cui pomodori, peperoni, broccoli, cetrioli, cavolfiori, lamponi lattuga e altre insalate. Una situazione che ha costretto alcune catene di alimentari – per ora Asda e Morrisons, a cui si è di recente aggiunto Tesco – a limitare l’acquisto di questi prodotti.
Cause – Secondo le dichiarazioni dei supermercati coinvolti, non sarebbe la Brexit la ragione principale della scarsità di cibo. Tuttavia, alcuni attivisti sostengono che l’uscita dall’Unione europea abbia aggravato la mancanza di manodopera specializzata. A molti lavoratori è stato, infatti, impedito l’accesso al Paese per via della difficoltà nell’ottenere un visto adeguato. Una scelta governativa che, attraverso l’incremento di dazi e misure più restrittive, avrebbe portato anche a un rallentamento delle procedure di importazione dei prodotti alimentari. Tra le cause elencate dalle testate nazionali ed estere ci sarebbe infine la questione della siccità. Le alte temperature non hanno infatti consentito il normale processo di coltivazione, soprattutto in Spagna, da cui la Gran Bretagna dipenderebbe per oltre il 90% per alcuni alimenti.
Voci da Londra – Intanto, tra le strade della capitale cresce il malcontento e cominciano a diffondersi le testimonianze di chi vive la crisi in prima persona. «Le verdure fresche provenienti da Paesi europei o non si trovano o i prezzi sono molto alti», spiega Vittoria Gallavotti, una dei molti giovani italiani che si sono trasferiti a Londra. «Non so dirti se è un fenomeno nuovo, mi succedeva anche prima della Brexit», aggiunge sottolineando come l’impatto maggiore l’abbia notato nell’aumento generale dei prezzi. «Pago quasi un euro per una sola melanzana e tre euro per un cestino di pomodori piccolo. È altamente inaccessibile». A parlare sono anche ragazzi del posto: «Le reazioni dei clienti sono state diverse», racconta Joseph Ravi, studente universitario. «Alcuni hanno ringraziato i supermercati per le restrizioni, introdotte così che tutti possano avere accesso alla verdura fresca. Altri hanno criticato le misure, sostenendo che causeranno più danni che altro».