Da domenica 16 febbraio la milizia ribelle M23 ha preso il controllo di Bukavu, capoluogo della provincia del Sud Kivu e, con 1,3. milioni di abitanti, la seconda città più grande dell’Est della Repubblica Democratica del Congo (Rdc). La prima l’aveva già conquistata a fine gennaio: Goma, con i suoi 3 milioni di abitanti, è ora nelle mani del gruppo filo-ruandese, che sta proseguendo la sua avanzata.
La presa della città – Il comandante ribelle Bernard Byamungu ha annunciato ai microfoni di Reuters che da metà giornata di domenica i suoi uomini avevano preso il controllo di Buvaku. Dalla sera di venerdì 14 le milizie di M23 si erano avvicinate alla città, assaltando il vicino aeroporto e i quartieri limitrofi. Ed era già passata qualche ora quando l’esercito congolese aveva ricevuto l’ordine di lasciare le sue postazioni in città. Non c’è stata infatti alcuna resistenza da parte dei soldati di Kinshasa e subito dopo il loro ritiro sono iniziati saccheggi e disordini. Secondo una Ong locale, sono almeno diecimila le persone che hanno attraversato il confine, spesso passando per il fiume Ruzisi, e raggiunto il Burundi. Gli eventi nel Sud Kivu sembrano ricalcare quanto avvenuto nella provincia a Nord qualche settimana fa: la scia di morti lasciata dall’assalto a Goma è di almeno tremila vittime, mentre gli sfollati interni sarebbero più di 350mila (in un Paese che nel 2023 ne aveva la cifra record di sette milioni).
Cosa succede ora – L’accusa mossa da Kinshasa al Ruanda è di sostenere i ribelli per occupare l’Est del Paese e sottrarne le preziose risorse minerarie. Kigali ha sempre negato il suo coinvolgimento, ma Nazioni Unite e servizi d’intelligence occidentali ne confermano il supporto a M23. L’Onu ha inoltre dichiarato che sarebbero quattromila i soldati ruandesi su suolo congolese a sostegno delle milizie. Ora M23, insieme alle città di Goma e Bukavu, controlla l’interezza del Lago Kivu al confine con il Ruanda, mentre ampie parti di territorio sono prive di amministrazione e nel caos. Gli appelli internazionali si fanno insistenti ma non più concreti: l’Unione africana riunita ad Addis Abeba ha chiesto «il ritiro immediato dell’M23 e dei suoi sostenitori», mentre il Segretario Generale della Nazioni Unite Antonio Guterres vuole che sia rispettata l’integrità territoriale della Rdc. Intanto lo spettro di un’altra guerra mondiale africana nella regione (quella che tra il 1997 e il 2003 ha causato oltre cinque milioni di decessi) si fa minaccioso: anche il capo dell’esercito ugandese si è detto pronto a entrare in Congo per far tacere le armi delle milizie irregolari.