Attacchi massicci su larga scala. È questa la strategia utilizzata dalla Russia negli ultimi giorni del conflitto contro Kiev. Da Karkhiv ad Odessa, fino a Zaporizhzhia, sono diverse le regioni ucraine colpite dai missili di Mosca, che solo nell’ultima notte – secondo la RBC-Ucraina – hanno causato quattro morti e oltre 30 feriti. Un tentativo di “distruggere importanti infrastrutture militari e abbattere il morale ucraino”, scrive il New York Times. Le vittime vanno ad aggiungersi a un bilancio già drammatico. Secondo le Nazioni Unite, dal 29 dicembre scorso sarebbero 120 i civili uccisi e 480 feriti nel Paese.
Intanto, circa 300 civili sono stati evacuati da Belgorod, colpita dagli attacchi del Cremlino dallo scorso 30 dicembre, quando un bombardamento aveva distrutto il centro della città. Cancellate anche le celebrazioni per l’anno nuovo che si sarebbero dovute tenere tra il sei e il sette gennaio, secondo la tradizione ortodossa. «Non siamo in vena di festeggiare», spiegano gli abitanti della città a La Stampa.

Putin alle celebrazione del Natale ortodosso (Foto di: ANSA)

Eserciti – Una guerra logorante che su entrambi i lati sembra aver piegato in due il morale. Tra le fila degli eserciti scarseggiano le munizioni. Rispetto all’estate scorsa, il volume di fuoco delle truppe di Kiev è stato ridotto del 90 per cento. Una situazione a cui si aggiunge l’incertezza dell’arrivo di ulteriori aiuti militari da parte dell’Occidente. Lo scontento popolare si è diffuso anche a Mosca, dove le madri e le mogli dei soldati hanno chiesto a gran voce la fine del conflitto e l’immediato rientro dei loro cari. Per sedare le rivolte, il presidente russo Vladimir Putin ha invitato le famiglie dei soldati che hanno perso la vita alla messa per il Natale ortodosso nella Chiesa dell’Immagine del Salvatore, situata nella residenza presidenziale.

Possibili scenari – Rimane ora da chiedersi quali saranno i prossimi sviluppi del conflitto. Con l’estendersi della guerra in Medio Oriente e un crescente malcontento popolare interno, una via possibile – vagliata anche dal Cremlino nelle scorse settimane – sarebbe quella di un negoziato e un conseguente cessate il fuoco. Per la Russia significherebbe mantenere i territori conquistati fino ad ora. Nel frattempo – come riporta La Repubblica – alcuni spostamenti sul campo farebbero pensare a un avvicinamento russo verso la città ucraina di Kupyansk e la regione di Kharkiv.