Pezzi di legno bianchi e blu e le macerie dorate di una cupola. Da ieri la chiesa ortodossa di San Michele Arcangelo a Zaporizhzhia non esiste più. Era lì dal 1906. Accanto ai calcinacci, le icone tradizionali tratte in salvo dai fedeli. Il capo della comunità Yurii Karapetian ha fatto sapere che la chiesa era stata chiusa preventivamente dato il rischio di bombardamenti. La Pasqua ortodossa, la festa religiosa più importante del calendario Giuliano, ha portato ancora una volta morte e distruzione in Ucraina.

Sul campo- I bombardamenti nelle zone più “calde” del conflitto non si sono fermati. A Bakhmut i militari della Wagner starebbero combattendo per prendere il controllo del nodo ferroviario principale e, secondo l’agenzia di stampa statale russa, l’esercito del Cremlino avrebbe già occupato il centro della città. Nella regione del Donbass i separatisti filorussi sostengono che l’esercito ucraino abbia bombardato una chiesa a Donetsk durante una veglia pasquale, uccidendo un civile e ferendone due. Le truppe russe hanno lanciato nelle ultime 24 ore più di venti attacchi missilistici, contro le città di Zaporizhzhia, Kamyshevakha e Snigirevka (Mykolaiv), e 42 raid aerei.

A Mosca – Le celebrazioni nella Chiesa del Cristo Salvatore della capitale russa domenica 16 aprile si sono svolte a porte chiuse. Il rischio di terrorismo era considerato troppo alto per permettere la partecipazione dei fedeli. Nelle immagini trasmesse in televisione il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill ha celebrato il rito circondato dagli agenti della Fso, il servizio federale di protezione. Ad assistere, tra i pochi invitati dal Cremlino, il presidente Vladimir Putin e il sindaco di Mosca Sergej Sobjanin. Nel suo discorso, il patriarca Kirill ha parlato di «pace giusta e duratura per i fratelli usciti dallo stesso fonte battesimale» rivendicando di nuovo l’idea che i russi e gli ucraini siano un unico, grande popolo.

Diplomazia – Putin ha incontrato ieri in serata il ministro della Difesa cinese Li Shangfu: entrambi hanno lodato la cooperazione militare sino-russa che sta rafforzando sempre più i legami economici. «Lo sviluppo delle relazioni tra le nostre due nazioni sta andando bene in tutte le aree: economia, settori sociali, culturali ed educativi e nei dipartimenti militari», ha detto soddisfatto Putin. Tale cooperazione, come ha affermato il ministro cinese, avrebbe l’obiettivo di sviluppo della sicurezza globale.
Intanto, il presidente brasiliano 
Luiz Inacio Lula da Silva ha annunciato di aver discusso con la Cina e gli Emirati Arabi Uniti di un’eventuale mediazione congiunta nella guerra.

Il rilascio – L’unico accenno di tregua in occasione della festa religiosa è stato, ancora una volta, lo scambio di prigionieri: 130 militari ucraini sono stati rilasciati. Non ci sono notizie certe sul numero dei combattenti russi liberati. Lo scambio è stato preceduto da un altro avvenuto lunedì 10 aprile, in cui più di 200 tra russi e ucraini erano stati rilasciati.