Ricominciano le proteste e gli scontri a Hong Kong nel giorno del 31esimo anniversario del massacro di Tienanmen, il 4 giugno 1989. La polizia ha eseguito i primi arresti a margine della veglia. Le forze dell’ordine hanno sparato cartucce urticanti contro gli attivisti per disperdere la folla. Poco prima, secondo i media locali, gli agenti avevano issato la bandiera blu, l’invito a sciogliere ogni assembramento illegale in vista del possibile uso della forza. Quest’anno tutte le manifestazioni in ricordo dei fatti di Tienanmen sono state vietate, ufficialmente per impedire un nuovo focolaio di Coronavirus. Gli attivisti però credono ci sia un intento politico dietro alla decisione di cancellare la veglia. In mattinata, la polizia e vigili del fuoco sono entrati nel Parlamento dell’ex colonia britannica durante la discussione sulla legge che stabilisce sanzioni molto dure per chi è accusato di non rispettare l’inno cinese. Nel mezzo della seduta due parlamentari pro-democrazia, Eddie Chu e Ray Chan Police, hanno lanciato dei sacchetti con un liquido maleodorante tra i banchi urlando: «Un regime omicida puzza per diecimila anni». Il loro intento era manifestare contro la «repressione omicida» messa in atto da Pechino 31 anni fa contro gli attivisti che chiedevano maggiore democrazia e contro i quali furono impiegati i carri armati con centinaia e forse migliaia di vittime. Secondo gli attivisti democratici, l’amministrazione starebbe usando le regole sanitarie di distanziamento sociale per bloccare le proteste a favore della democrazia che hanno ricominciato a sconvolgere la città dopo l’approvazione della legge sulla sicurezza nazionale.

La legge sulla sicurezza nazionale – Da fine maggio nelle strade di Hong Kong è tornata la violenza. Sono tornate le cariche della polizia, i lacrimogeni, i gas al peperoncino e i proiettili di gomma contro la folla uscita a manifestare, dopo due mesi di lockdown a causa del Coronavirus. Il 28 maggio l’Assemblea Nazionale del popolo della Cina ha approvato quasi all’unanimità la legge sulla sicurezza nazionale, che darà alla Cina un maggiore controllo sulla regione speciale. Il testo non è noto, ma sembra che punirà gli atti di «sedizione e sovversione» oltre alle «interferenze straniere negli affari locali». Secondo la risoluzione, la legge potrà essere applicata direttamente alla città “per promulgazione”, cioè scavalcando il Parlamento locale. Prevede anche che gli organi cinesi, probabilmente il ministero per la Sicurezza di Pechino, creino a Hong Kong delle “istituzioni” per proteggere la sicurezza nazionale. Il timore di molti è che le nuove norme vengano sfruttate da Pechino per azzerare il movimento pro-democrazia della città. Per gli attivisti le nuove leggi restringeranno ulteriormente la libertà di opinione e daranno la possibilità ai servizi segreti cinesi di lavorare nella regione speciale e di prendere di mira i capi delle proteste. La legge sulla sicurezza nazionale viene vista come un’ingerenza della Cina nel sistema di Hong Kong, ingerenza che collide col principio «un Paese, due sistemi» sul quale è fondata la regione a statuto speciale dopo la restituzione della ex colonia britannica alla Cina avvenuta il primo luglio 1997 (qui la cerimonia di restituzione al suono del valzer delle candele).

Il ricordo di Tienanmen – La Hong Kong Alliance, organizzatrice della veglia annuale, ha chiesto alle decine di migliaia di abitanti dell’ex colonia britannica che ogni anno partecipavano alla veglia al Victoria Park di tenere commemorazioni individuali a partire dalle 20 (le 14 in Italia) evitando quindi gli assembramenti, ovunque si trovino, o di unirsi all’evento organizzato online: 30 minuti per non dimenticare e a conclusione 60 secondi di silenzio per ricordare le vittime. I membri del gruppo si recheranno, invece, a Victoria Park, dove si tiene la veglia annuale, ma in gruppi di non più di otto persone per volta, senza quindi superare il limite consentito per gli assembramenti, e la commemorazione verrà trasmessa online. Gli organizzatori hanno chiesto ai cittadini di accedere una candela o unirsi all’evento Il segretario della Hong Kong Alliance, Richard Tsoi, ha confermato comunque iniziative individuali degli organizzatori al Victoria Park. «Non possiamo chiedere agli abitanti di Hong Kong di unirsi a noi, ma speriamo che la polizia tolleri e rispetti i diritti di ogni individuo».

Le reazioni internazionali – Dopo l’approvazione della legge sulla sicurezza, gli Stati Uniti hanno minacciato di revocare lo statuto speciale che permette a Hong Kong di godere di privilegi finanziari e tariffe più basse rispetto alla Cina. Mike Pompeo, segretario di Stato, ha dichiarato che «Hong Kong non può più considerarsi un territorio autonomo dalla Cina», mentre il presidente Donald Trump ha aperto a sanzioni contro la Cina, assicurando che gli Stati Uniti «faranno qualcosa di molto potente». L’Unione Europea ha chiesto che Hong Kong e Macao possano commemorare le vittime di Tienanmen, ma non ha ricevuto risposte, mentre cresce la tensione fra Londra e Pechino: il premier britannico Boris Johnson ha suggerito la possibilità di concedere visti facilitati per la Gran Bretagna ai 2,85 milioni di cittadini di Hong Kong.