Un anno di pressioni, raid e arresti da parte della Cina alla fine hanno avuto l’esito a cui Pechino puntava. Oggi 24 giugno è uscito nelle edicole l’ultimo numero dell’Apple Daily, l’unico (e più venduto) quotidiano pro-democrazia di Hong Kong. La chiusura, annunciata il 23 giugno sul sito della testata attraverso una lettera indirizzata ai lettori, è stata decisa dal consiglio di amministrazione del giornale, che aveva inizialmente comunicato che l’ultima edizione sarebbe uscita «non più tardi di sabato», per poi anticiparne la stampa tenendo in considerazione «la sicurezza del personale».

Gli attacchi – I guai dell’Apple Daily sono cominciati la scorsa estate con l’approvazione della contestata Legge sulla sicurezza nazionale: già ad agosto 2020 la testata era stata accusata di aver violato la nuova norma e aveva subito il primo raid in redazione, culminato nell’arresto dello storico editore Jimmy Lai (ora in carcere con l’accusa di aver partecipato ad alcune manifestazioni a favore della democrazia). La situazione è poi precipitata la scorsa settimana, quando centinaia di agenti hanno fatto irruzione nella redazione, confiscando materiali e arrestando il direttore Ryan Law e quattro dirigenti della società editrice Next Digital con l’accusa di «attività ostili in collusione con forze straniere». Stessa accusa che, poco prima dell’annuncio della chiusura della testata, ha portato all’arresto di uno dei principali editorialisti del giornale, Tseung Kwan O, che scriveva con lo pseudonimo di Li Ping. Inoltre è scattato il congelamento di tutti i fondi appartenenti all’Apple Daily (circa 2,3 milioni di dollari) e il blocco di nuove transazioni bancarie, rendendo così impossibile per la società sostenere spese e stipendi e, di fatto, costringerla a chiudere.

Le reazioni – Secondo il portavoce del servizio di azione esterna dell’Ue, la chiusura dimostra che la legge imposta da Pechino è «utilizzata per soffocare la libertà di stampa e la libera espressione delle opinioni», andando peraltro contro le aspirazioni di Hong Kong come centro commerciale internazionale, dal momento che «queste libertà sono sancite dalla Legge fondamentale e che la Cina ha assunto impegni internazionali». Anche da Londra è arrivata una dura condanna nei confronti della chiusura del quotidiano e della legge sulla sicurezza nazionale che, come si legge in una nota del Foreign Office, sta avendo «conseguenze raggelanti sulla libertà di stampa» nell’ex colonia inglese.

Il quotidiano – L’Apple Daily era stato fondato nel 1995 da Jimmy Lai che, per il suo nome, si era ispirato al frutto proibito della Bibbia: secondo l’editore, se Adamo ed Eva non avessero mangiato la mela non ci sarebbero stati problemi e quindi notizie. Negli ultimi anni la popolarità del quotidiano non derivava tanto dalla qualità del suo lavoro editoriale (spesso scandalistico), quanto soprattutto dalle posizioni filo-democratiche e apertamente critiche nei confronti del regime cinese di Lai, ormai considerato una delle figure di spicco delle proteste a favore della democrazia. Di fatto, l’Apple Daily era l’ultimo giornale di opposizione rimasto: mentre la maggior parte delle testate aveva assunto negli ultimi anni posizioni più o meno filo-governative, l’Apple aveva sempre mantenuto la sua indipendenza.