Era questione di tempo. Da giorni centinaia di sostenitori di Jair Bolsonaro erano in protesta davanti al quartier generale dell’esercito nella capitale Brasilia, manifestando per presunti brogli elettorali al ballottaggio presidenziale del 30 ottobre, nel quale Lula da Silva ha sconfitto l’ex presidente del Brasile. Proteste che sono sfociate in un colpo di stato. Sui social il racconto da parte di chi ha fatto irruzione nelle sedi della democrazia brasiliana, ma anche da parte di chi ha ripreso quello che accadeva.

L’entrata nei palazzi  Nel primo pomeriggio dell’8 gennaio, migliaia di bolsonaristi hanno assaltato il palazzo di Plantalto (sede della presidenza), poi il Congresso e infine la Corte Suprema Federale, l’organo giurisdizionale più importante del Paese. Nei video viene ripresa una folla di persone, vestite con i colori del Brasile, che si riversa fuori e dentro il Parlamento. Da qualche tempo i sostenitori di Bolsonaro e l’estrema destra si distinguono proprio indossando la maglia della nazionale di calcio del Paese.

Il Parlamento devastato – La folla è riuscita a irrompere nel Congresso sfondando i cordoni di sicurezza e devastando mobili, vetrate e arredi. L’assalto ricorda quello di due anni fa, il 6 gennaio 2021, al Congresso americano dopo la vittoria di Biden su Trump.

L’assalto alla democrazia– I bolsonaristi sono riusciti a a rubare una copia della Costituzione del 1988. In un video diffuso sui social, un uomo si arrampica sulla scultura “A Justiça”, di Alberto Ceschiatti, e si impossessa del libro, esibendolo in segno di protesta.

La non reazione della Polizia– Fanno molto discutere video in cui si vede chiaramente che la polizia militare del Distretto Federale non oppone resistenza all’aggressione. Alcuni agenti addirittura si scattano dei selfie per immortalare l’evento. Durissimo l’intervento del presidente Lula, che promette che «tutti i responsabili saranno trovati e puniti».

In questo video pubblicato da Repubblica si vede addirittura l’esercito brasiliano difendere i manifestanti impedendo l’ingresso alla polizia nell’area dove sono accampati molti seguaci di Bolsonaro. Le autorità locali hanno già organizzato una riunione con responsabili militari per chiedere spiegazioni sul comportamento dell’esercito.

Lula ha annunciato un intervento di sicurezza federale a Brasilia che durerà fino al 31 gennaio. Il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes, invece, ha ordinato alle piattaforme di social media Facebook, Twitter e TikTok di bloccare la propaganda golpista in Brasile.