La conta dei danni non è ancora iniziata ma l’esplosione (su cui si rimpallano le colpe Russia e Ucraina) della diga di Nova Khakovka, nella regione di Kherson, è già considerata come uno dei peggior disastri ambientali degli ultimi decenni. Come un’emorragia che non intende fermarsi, l’acqua continua a uscire dallo squarcio nel muro della diga con forza e velocità spaventose: 30mila metri cubi al secondo. Intanto proseguono le operazioni di soccorso ed evacuazione per la popolazione lungo le due sponde del fiume Dnipro, attuale confine meridionale del conflitto tra Kiev e Mosca.
La diga di Nova Kachovka con lo squarcio nel muro da cui esce l’acqua. Costruita tra il 1950 e il 1956, con lo scopo di garantire un afflusso di acqua costante alla Crimea grazie al canale che parte dal suo bacino. Inoltre era utilizzata anche per produrre energia grazie alla sua centrale idroelettrica.
Foto di un villaggio completamente allagato sulla sponda occidentale del Dnipro a pochi chilometri a sud dalla diga. Il livello del fiume si è alzato di 5,61 metri ed è uscito dagli argini, irriconoscibili, travolgendo tutto quello che si è trovato davanti. Tra le due sponde del Dnipro sono circa 600 mila i chilometri quadrati allagati, un’area equivalente a tutta la città di Milano e gran parte dell’hinterland.
Il livello dell’acqua in alcuni villaggi non consente gli spostamenti, se non con imbarcazioni. Nella foto, scattata in un sobborgo di Kherson, l’acqua arriva a metà del primo piano.
L’esercito si è mobilitato per dare assistenza alla popolazione colpita. In tanti, soprattutto anziani con difficoltà motorie, sono rimasti intrappolati nelle proprie abitazioni. Secondo il governo ucraino solo sulla sponda orientale del Dnipro sono più di 2 000 le persone sfollate, ma il numero è destinato a salire, Kiev teme che possa arrivare fino a 41 000.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj a Kherson per partecipare a una riunione operativa sull’emergenza. Durante la sua visita ha ribadito che la Russia è uno stato criminale e che la distruzione della diga rappresenta un crimine di guerra.
Foto di un sobborgo residenziale di Kherson sott’acqua con le persone che provano a tornare nelle proprie abitazioni per cercare di salvare qualcosa dall’acqua. A sud della città inizia il delta del Dnipro che poi sfocia nel Mar Nero, questa zona è completamente allagata.
Molti sono gli animali rimasti intrappolati dalla furia dell’acqua. Esercito e volontari si stanno occupando anche di loro per riportarli dalle proprie famiglie.
Se a sud della diga di Nova Kachovka il problema è l’acqua che distrugge tutto quello che trova a nord il problema è la sua assenza. Nella foto, scattata a Mar’yans’ke 100 km risalendo il Dnipro, la mancanza di acqua a causato il soffocamento di molti pesci.
Oltre a scappare dall’acqua, e con il costante timore dei bombardamenti, la popolazione deve prestare molta attenzione alle mine. I due eserciti avevano minato gli argini del fiume per proteggersi da eventuali incursioni nemiche. Ma con l’esondazione del Dnipro le mine sono state dissotterrate e trascinate dalla corrente come sassolini. Il rischio è che quando sbattono contro un altro oggetto esplodono, per questo è stata diramata l’allerta alla popolazione.