Nella seduta plenaria di mercoledì 13 a Strasburgo il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza la risoluzione con cui raccomanda al Consiglio europeo di passare alla fase due dei negoziati sulla Brexit, con 556 voti a favore, 62 contrari e 68 astenuti.

La fase uno – Confini permeabili con l’Irlanda, almeno 40 miliardi di euro che la Gran Bretagna dovrà sborsare per il divorzio e diritti garantiti per i tre milioni di cittadini comunitari residenti sul suolo britannico. Questi i punti chiave dell’accordo siglato lo scorso 8 dicembre tra Unione Europea e Regno Unito. L’Europa pretende ora dalla controparte che siano convertiti in legge dalle camere inglesi in poche settimane prima di passare alla seconda fase dei negoziati.

David Davis

I distinguo – Il ministro David Davis, negoziatore a Bruxelles per conto del governo inglese, aveva fatto alcuni passi indietro nei giorni scorsi, definendo l’accordo una «semplice dichiarazione di intenti», parole subito giudicate inaccettabili da Guy Verhofstadt, rappresentante per il parlamento europeo su Brexit. «Se non ci sarà accordo commerciale non ci saranno neanche i soldi» aveva affermato David Davis: in altre parole, nessun soldo per il divorzio senza un accordo commerciale condiviso. Il parlamento europeo con il voto di oggi risponde con un fermo rifiuto: l’accordo commerciale è ancora tutto da fare, ma si potrà cominciare a discuterne solo dopo la conversione in legge del Regno Unito dei punti chiave fissati durante la fase uno del negoziato, tra cui appunto i soldi che la Gran Bretagna dovrà versare all’Europa per il divorzio.

Le garanzie – Il capogruppo del Ppe Manfred Weber è stato chiaro: «Chiediamo a Theresa May di chiarire giovedì al vertice europeo che l’esito della prima fase dei negoziati è vincolante per passare alla fase due», e continua: «Possiamo accettare un periodo di transizione dopo l’uscita del Regno Unito solo se ci sarà un esito soddisfacente nella fase due». Sì alla possibilità di alcune concessioni per l’uscita, quindi, ma solo a patto che Theresa May chiarisca nel Parlamento inglese che i punti di convergenza fino ad ora raggiunti nelle trattative sono inderogabili. Il ministro Davis è stato ripreso anche da Gianni Pittella, durante il dibattito sulla Brexit in aula a Strasburgo: «Basta con le dichiarazioni improvvide», lo ha avvertito il capogruppo socialista.

«Il parlamento europeo ha notato progressi sufficienti nei negoziati», ha concluso il presidente dell’europarlamento Antonio Tajani. «È una tappa importante che permette di passare alla seconda fase». Seconda fase che includerà la definizione delle nuove relazioni commerciali tra Regno Unito e Unione europea.

Nigel Farage

Le critiche – Entra a gamba tesa nel dibattito Nigel Farage: «Temo che la Brexit in futuro potrebbe dover essere ripensata di nuovo». «Capisco perché molti in questo luogo si sentono incoraggiati dalle prestazioni della nostra premier», ha affermato Farage, soprannominando la premier inglese “Theresa la placatrice”, «ma milioni di persone che hanno votato per la Brexit si sentono sempre più frustrate, forse fino al punto della rabbia».