John Soranno. A otto anni si è trasferito con la famiglia a Milano, dove nasce la passione per la pizza

John Soranno. A otto anni si è trasferito con la famiglia a Milano, dove è nata la passione per la pizza.

Il pizzaiolo Johnny guarda Michelle Obama e applaude. E’ stata lei ad invitarlo nella galleria del Congresso americano per assistere al discorso sullo stato dell’Unione presentato dal Presidente. Che di John Soranno, un pizzaiolo del Minnesota con un passato milanese, ha fatto l’esempio vivente di un’importante scommessa politica: il salario minimo garantito. Bella soddisfazione per il 51enne fondatore di Pizza Punch, una catena di otto ristoranti che, nella federazione natia di Domino’s e Pizza Hut, diffonde la tradizione della pizza napoletana senza rinunciare a retribuire i propri dipendenti 10 dollari all’ora. Due e mezzo in più rispetto a quanto previsto nella maggior parte degli Stati americani. Una politica che non gli è valsa solo il plauso presidenziale, ma anche un certo attaccamento da parte dei suoi dipendenti e un successo economico sotto gli occhi di tutti. Non certo l’unico esempio di italianità che in questi giorni occupa le sezioni economiche dei media americani.

Davanti alle telecamere sono infatti finiti altri due personaggi eccellenti con cognomi italiani, entrambi residenti nello Stato di New York, entrambi democratici e attualmente impegnati ad affrontarsi proprio su una grande questione economica. Da una parte il neo sindaco della Grande Mela, Bill De Blasio, “paladino” delle classi più povere, alle quali ha promesso di redistribuire la ricchezza della città. Vorrebbe tassare gli stipendi al di sopra dei 500 mila dollari annui per finanziare il doposcuola e il pre-K, cioè l’assistenza ai bambini che devono ancora iscriversi all’asilo, tradotto negli States con il nome tedesco di “Kindergarten”. Dall’altra il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, cavallo di razza della politica locale (il padre Mario fu governatore e segretario dello stesso Stato), intento a difendere il suo posizionamento a sinistra pur tentando di evitare l’introduzione di una tassa sui ricchi. Categoria che a breve sarà chiamata a rieleggerlo. Una lotta senza esclusioni di colpi che vede contrapporsi anche all’interno dello stesso schieramento politico due concezioni lontane di società e di regime fiscale. Avvicinate solo dalla cucina partenopea del pizzaiolo Johnny.

Carlo Marsilli