Ventiquattro piani. Centoventi appartamenti. Diciassette le vittime, finora. Questi i numeri dell’incendio che martedì notte ha coinvolto la Grenfell Tower, a Londra. Secondo il Guardian, a far sì che l’incendio si propagasse in soli 15 minuti sarebbe stato il rivestimento in plastica e alluminio dell’edificio. Ma quali sono le regole in Italia?

L’esperto – Nel nostro Paese un episodio simile «non è impossibile che accada, ma a differenza dell’Inghilterra in Italia abbiamo normative più stringenti», afferma Michele Mazzaro, dirigente del nucleo anti incendi dei Vigili del fuoco. E spiega: «Il rivestimento più pericoloso risulta essere quello in plastica perché è combustibile e permette quindi che le fiamme non si estinguano ma si propaghino velocemente. Non sappiamo con certezza se l’edificio di Londra fosse rivestito in plastica ma in tal caso è normale che sia divampato in pochi minuti».

L’Italia – «L’emanazione di due specifiche circolari, la prima del 2012 e la seconda del 2013, fa in modo che le normative italiane siano molto rigide. I vincoli italiani impongono che si rivesta o con materiali ignifughi oppure che si seguano delle direttive ben precise», specifica Mazzaro. «Se il materiale utilizzato non è ignifugo è previsto che i primi sei metri siano fatti di materiale non combustibile, anche per evitare che incendi esterni entrino nell’edificio a causa, per esempio, di motorini o automobili parcheggiate lì vicino. Inoltre, ogni piano deve essere isolato da quello superiore e inferiore in modo tale che se l’incendio avviene solo in un appartamento non si diffonda anche agli altri piani. Inoltre, i 60 centimetri attorno alle finestre devono essere anch’essi fatti di materiale resistente al fuoco, sempre per evitare che le fiamme raggiungano gli altri livelli dell’edificio».

Ci sono però anche edifici moderni, completamente costituiti da finestre e vetrate in cui è difficoltoso individuare i singoli piani dall’esterno. «Ciò rende più difficili i soccorsi – spiega Mazzaro – In questi casi è necessario potenziare le vie d’uscita».