Il calciatore Mehdi Taremi usa Twitter, le star di Hollywood preferiscono Instagram. Il messaggio è lo stesso: stop alle esecuzioni in Iran. «La giustizia non si fa col cappio», ha scritto il goleador del Porto, a meno di due giorni di distanza dal video pubblicato il 6 gennaio dalla sceneggiatrice Nicole Najafi con l’hashtag: #StopExecutionsInIran. A partecipare all’appello, oltre 50 esponenti dell’industria cinematografica e dello spettacolo.

Il calciatore Mehdi Taremi

Il campione del calcio iraniano contro il regime – L’impiccagione degli ultimi due manifestanti, Mohammad Mehdi Karami (22 anni) e Mohammad Hosseini (39 anni) ha provocato la protesta del calciatore Taremi, da poco tornato dai mondiali in Qatar e che attualmente gioca nel club del Porto. Il centravanti scrive un Tweet in risposta a quest’ultima esecuzione: «Quando è troppo è troppo. Quale società può trovare pace con spargimenti di sangue ed esecuzioni quotidiane?». Già durante i mondiali in Qatar il giocatore aveva mostrato sostegno alle rivolte delle donne – e degli uomini – del suo Paese: di fronte allo sguardo di tutto il mondo si era rifiutato, insieme ai suoi compagni di squadra, di cantare l’inno nazionale in occasione della prima partita.

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La video protesta di Hollywood – La star del calcio iraniano non è l’unica a far sentire la sua voce contro le impiccagioni. La sceneggiatrice Nicole Najafi ha realizzato un videomessaggio, ripreso da Hollywood Reporter, con la collaborazione della regista e produttrice Ana Lily Amirpour e dell’attrice Mozhan Marnò. Tutte irano-americane. «Noi siamo con il popolo iraniano nella sua lotta per la libertà. Migliaia di dimostranti sono stati arrestati. Alcuni sono già stati messi a morte. Molti altri sono in pericolo» – si legge in alcune immagini del video – «Ma il mondo sta guardando». Sul suo profilo Instagram, Najafi ha affiancato al video un commento di forte condanna delle morti causate dal regime. Nel mirino soprattutto l’ultimo strumento di repressione, le esecuzioni, che  l’ayatollah sta utilizzando nel tentativo di spaventare il popolo e di mettere fine alle proteste. «Sta a noi, comunità internazionale, prendere posizione contro queste violazioni dei diritti umani». Comunità internazionale di cui si fanno portavoce i più di 50 lavoratori di Hollywood che appaiono nel video. Le star tengono in mano un figlio bianco con l’hashtag che incita alla fine delle esecuzioni in Iran. Tra loro il premio Oscar Cate Blanchett, Bryan Cranston e Jason Momoa (in foto).

Le proteste non si fermano – Prima dei due, a dicembre, erano stati impiccati i manifestanti Mohsen Shekari e Majidreza Rahnavard. Secondo la Ong Iran Human Rights sono oltre 100 i manifestanti a rischio condanna a morte. Il tentativo di intimidire e scoraggiare la rivolta da parte del regime non sembra riuscire: l’urlo «morte al dittatore» continua comunque a riecheggiare nelle strade del Paese. La reazione di Khamenei è altrettanto ostinata. Risale al 7 gennaio, come riporta il Corriere della Sera, la nomina a capo della polizia di Ahmad-Reza Radan, celebre per aver attuato una violenta repressione durante le proteste del 2009.

Il suicidio dopo il rilascio – Anche tra chi sfugge alle esecuzioni il regime lascia il segno. Il giornalista 36enne della BBC Mohsen Jafarirad, dopo essere stato arrestato e poi rilasciato – annuncia Hoshang Golmakani su Instagram – si è suicidato. Non è la prima volta che accade un suicidio dopo una scarcerazione in Iran: il dubbio su queste morti che la stessa BBC definisce “sospette” resta.