«Non porremo fine a questa guerra senza eliminare Hamas». Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha allontanato l’ipotesi di una tregua durante un incontro con i soldati ebraici. Ma al Cairo continuano le trattative tra i rappresentanti di Hamas, Qatar e Stati Uniti. L’obiettivo sarebbe quello di trovare un accordo per il cessate il fuoco su Gaza e lo scambio di prigionieri. Le posizioni però appaiono lontane e la delegazione di Israele non è partita per l’Egitto. Intanto Hezbollah ha denunciato due tentativi falliti dei soldati ebraici di entrare in Libano.
Trattative in salita – Israele e Hamas non hanno ancora trovato un accordo per quanto riguarda gli ostaggi: lo Stato ebraico ha richiesto una lista dei prigionieri ancora in vita e la prova che siano in buone condizioni, ma un anonimo portavoce di Hamas ha dichiarato che le informazioni verranno rilasciate soltanto a determinate condizioni: «Non forniremo dettagli sugli ostaggi, a meno che non vengano alleviate in maniera significativa le sofferenze degli abitanti di Gaza e sia applicato un cessate il fuoco permanente. Non faremo concessioni soltanto perché costretti da Stati Uniti e Israele, tutto ha un prezzo e le nostre richieste sono state chiare». Il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato che dall’inizio della guerra il numero di morti sulla Striscia di Gaza è salito a quota 30.534.
Tentativi di penetrazione – Sul fronte nord il movimento armato filo-iraniano Hezbollah, alleato di Hamas, ha comunicato che per la prima volta Israele ha cercato di infiltrarsi in territorio libanese. I tentativi sarebbero stati due, entrambi falliti. Nabil Qawug, membro del consiglio centrale di Hezbollah, ha affermato che il movimento è pronto a ogni scenario di guerra contro Israele: «La resistenza si è preparata a tutte le possibilità di escalation. Le operazioni continuano da cinque mesi e dimostrano che tutte le pressioni militari e politiche non sono riuscite a spezzare la decisione di sostenere Gaza». Secondo il sito arabo Voce della capitale sabato 2 marzo un drone militare israeliano ha colpito un veicolo, uccidendo il nipote del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah. La notizia però non è stata confermata né dai media libanesi né dallo stesso movimento armato.
Nuova iniziativa dall’Italia – Intervistato da La Stampa, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato l’intenzione di inviare aiuti in Medio Oriente: «L’Italia promuoverà una nuova iniziativa umanitaria per sostenere la popolazione civile palestinese». Sulle trattative che si stanno svolgendo al Cairo, Tajani ha aggiunto: «La situazione è molto complessa, ma non dobbiamo arrenderci. Hamas non ha dato le informazioni richieste sugli ostaggi. Spero che Qatar, Egitto e Stati Uniti riescano a convincere le parti a un cessate il fuoco entro l’inizio del Ramadan (il 10 marzo, NdR). Il nostro obiettivo strategico è la formula “due popoli, due Stati” in modo che Israele venga riconosciuto dal mondo arabo e i palestinesi possano avere una loro realtà istituzionale».