Alcuni bambini armati mostrano la bandiera del Califfato.

Alcuni bambini armati mostrano la bandiera del Califfato.

Torturati, violentati, venduti come merce sessuale, crocifissi, decapitati, sepolti vivi. Questo il trattamento destinato ai figli dei nemici dello Stato Islamico. Lo denunciano le Nazioni Unite in un rapporto pubblicato mercoledì 4 febbraio. Ma non finisce qui. Anche i giovani iracheni vengono usati come strumenti del jihad globale, in veste di kamikaze, artificieri, informatori, scudi umani.

«Numerose inchieste parlano di minori usati come kamikaze. Si tratta per lo più di bambini affetti da ritardi mentali, che probabilmente non capiscono quello che fanno», ha detto Renate Winter, uno dei 18 esperti della Commissione sui Diritti dei Bambini. «Un video pubblicato online mostrava l’addestramento di bambini molto piccoli, sugli otto anni».

Nei territori controllati dal Califfato i minori vivono in un clima di quotidiana violenza. «Anche io voglio catturare e bruciare dei piloti», ha affermato sorridendo un bambino dopo aver visto le immagini del pilota giordano Muaz al Kassesbeh, bruciato vivo all’interno di una gabbia. Il video è stato proiettato, tra le altre, nella piazza della siriana Raqqa, eletta a capitale dello Stato Islamico.

Il filmato che ritrae la terribile fine di Kassasbeh ha scatenato la vendetta della Giordania, che nella giornata di mercoledì 4 febbraio è passata al contrattacco. All’alba ha giustiziato due terroristi, tra cui l’irachena Sajida al Rishawi (condannata alla pena capitale per la sua partecipazione agli attentati del 2005 ad Amman), chiesta da Isis per uno scambio di prigionieri. In serata l’aviazione giordana ha poi bombardato diverse postazioni dell’Isis a Mosul; account Twitter dei peshmerga curdi sostengono che le vittime sono 55.

Secondo una fonte governativa anonima, citata giovedì 5 febbraio dal quotidiano panarabo Asharq al Awsat, la Giordania “non esclude” la possibilità di inviare truppe speciali di terra per operazioni contro lo Stato islamico. “Il sangue del martire Muaz al Kassesbeh non sarà stato versato in vano e la risposta della Giordania e del suo esercito dopo quanto è accaduto al nostro caro figlio sarà severa”, aveva detto il re Abdullah II mercoledì dopo la diffusione del video.

Andrea de Cesco