Nuovi aiuti umanitari in arrivo nella Striscia di Gaza. Israele ha approvato l’apertura del valico Kerem Shalom al confine con l’Egitto che, insieme a quello di Rafah, permetterà di far arrivare cibo e acqua ai palestinesi. Dalla Striscia, si cerca di allontanarsi anche verso la Cisgiordania: i militari israeliani hanno autorizzato circa 10mila palestinesi ad andare a lavorare negli insediamenti della regione, ma Israele si è opposta allo spostamento. Nel frattempo il conflitto continua: dalla Striscia sono stati lanciati dei razzi su Israele, intercettati da Gerusalemme. Il portavoce del governo israeliano, Eylon Levy, ha dichiarato che venti ostaggi sarebbero morti in mano di Hamas.

-Il conflitto giorno per giorno 

15 dicembre 2023 – Tel Aviv dà l’okay per l’apertura del valico di Kerem Shalom

Il governo israeliano ha approvato l’apertura del valico Kerem Shalom, oltre a quello già aperto di Rafah, per l’arrivo di aiuti umanitari. Il valico si trova al confine con l’Egitto. Su richiesta dei capi delle colonie, circa 10mila palestinesi dovrebbero andare a lavorare negli insediamenti in Cisgiordania. Ma il governo di Tel Aviv si è opposto: la decisione è stata presa dai ministri Ben-Gvir e Smotrich che si oppongono all’ingresso nello Stato ebraico dei palestinesi dopo il 7 ottobre. «Qualsiasi tentativo di separare Gaza dallo Stato palestinese è inaccettabile», ha dichiarato Abu Mazen. I militari israeliani hanno compiuto un primo tentativo di allagare un tunnel di Hamas nel nord della Striscia di Gaza usando dell’acqua di mare. L’esercito di Tel Aviv ha distribuito a Gaza volantini in cui mette una taglia fino a 400mila dollari su quattro dirigenti locali di Hamas. Secondo il portavoce del governo israeliano, Eylon Levy, sarebbero morti 20 dei 132 ostaggi ancora in mano dei militanti: «Hamas tiene attualmente in ostaggio i corpi di venti ostaggi, sappiamo che sono stati assassinati mentre erano catturati».

14 dicembre 2023 – Hamas: «Non ci sarà una Gaza senza di noi»

«Qualsiasi piano per la Gaza del dopoguerra senza Hamas è soltanto un’illusione». È quanto ha dichiarato il capo del gruppo militante, Ismail Haniyeh, in un discorso in televisione. Guerra che intanto non accenna ad affermarsi, come ha fatto intendere Netanyahu parlando in risposta alle affermazioni di Biden: «Niente ci fermerà, andremo fino in fondo nonostante le pressioni internazionali». ll numero di palestinesi uccisi nei raid aerei della Striscia di Gaza dal 7 ottobre è salito a 18.787. «È necessaria nel giro di settimane e non di mesi una transizione dalla fase di alta intensità della guerra alla prossima fase a più bassa intensità», ha detto il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan al premier Netanyahu, che l’ha ricevuto oggi.

13 dicembre 2023 – L’Onu vota sì al “cessate il fuoco”. Ma il sostegno di Biden vacilla

L’Assemblea generale dell’Onu ha approvato la risoluzione che chiede un “cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza“. 153 i voti favorevoli, tra cui quello della Francia, metre tra i 10 contrari anche Usa e Israele. Germania e Italia figurano tra i 23 Paesi che hanno scelto di astenersi. Bocciato invece l’emendamento dell’Austria, che aveva proposto il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. Il voto arriva in contemporanea con la prima sferzata di Biden al governo di Tel Aviv, dopo due mesi di appoggio indefesso: «Israele sta cominciando a perdere il sostegno in tutto il mondo. Netanyahu non vuole i due Stati, deve cambiare governo», ha dichiarato il presidente Usa.

12 dicembre 2023 – Biden e Netanyahu vedono un “dopo Hamas” diverso

La differenza tra Hamas e l’Autorità nazionale palestinese è solo che Hamas vuole distruggerci qui e ora e l’Autorità nazionale palestinese vuole farlo per gradi”. È quanto ha dichiarato Netanyahu a proposito dell’opzione di considerare l’Anp per governare Gaza dopo la guerra, in contrasto con la richiesta di Bidenm che prevede un’Anp “rivitalizzata” che possa svolgere un ruolo centrale nella Gaza del “dopo Hamas”. Attesa per le ore 21 italiane la riunione d’emergenza dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite per il voto sul “cessate il fuoco”.

11 dicembre 2023 – Un altro attacco degli Huthi a una nave nel Mar Rosso

Una nave mercantile battente bandiera norvegese sarebbe in fiamme a causa di un attacco sospetto da parte dei ribelli Huthi, in opposizione al governo Yemenita. L’attacco sarebbe avvenuto a 15 miglia nautiche, nella città di Mokha controllata proprio dai ribelli. Dall’inizio della guerra di Israele nella Striscia di Gaza contro Hamas il 7 ottobre, gli houthi hanno attaccato più volte navi nel Mar Rosso.

10 dicembre 2023- La telefonata tra Netanyahu e Putin. La posizione delle Nazioni Unite

Il servizio di intelligence israeliano, secondo quanto riferito dall’ufficio del primo ministro Netanyahu, ha aiutato Cipro a sventare un attacco ordinato dall’Iran contro gli israeliani e gli ebrei presenti sull’isola. Il premier di Israele si è poi scagliato direttamente contro i leader occidentali che continuano a chiedere il cessate il fuoco. Secondo lui, non sarebbero coerenti con il sostegno bellico di Israele che punta a neutralizzare e distruggere Hamas. C’è stata poi una telefonata tra Netanyahu e Putin il cui esito è stato riportato diversamente da media israeliani e russi. Per i primi  il premier ha espresso disappunto per le “posizioni anti-israeliane” assunte dagli inviati di Mosca all‘ONU e “forte disapprovazione” per la “pericolosa” cooperazione della Russia con l’Iran. Da parte russa, Putin ha affermato che la Russia è “pronta a fornire tutta l’assistenza possibile per alleviare le sofferenze dei civili e allentare il conflitto”, e ha avvertito Israele che “è estremamente importante che il contrasto alle minacce terroristiche non porti a tali conseguenze disastrose per la popolazione civile”. Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha promesso che non rinuncerà a cercare un cessate il fuoco a Gaza dopo che gli Stati Uniti hanno esercitato il veto per bloccare la mossa al Consiglio di sicurezza venerdì, lasciando le Nazioni Unite senza una chiara mappa del percorso per fermare un conflitto che dura da mesi.

9 dicembre 2023 – La minaccia degli Huthi

Il consigliere israeliano per la sicurezza nazionale Tzahi Hanegbi ha avvertito che il Paese non può più accettare Hezbollah al suo confine e che dovrà “agire” se il gruppo continua a rappresentare una minaccia. Gli Huthi dello Yemen (sostenuti dall’Iran), in una dichiarazione pubblicata sui social, hanno affermato che «impediranno il passaggio delle navi dirette all’entità sionista» se gli aiuti umanitari non saranno autorizzati ad entrare a Gaza. Gli houthi hanno di recente attaccato navi che hanno legami diretti con Israele.

8 dicembre 2023 – Il tunnel di Hamas e il veto degli Stati Uniti sul cessate il fuoco

L’IDF ha affermato di aver scoperto un tunnel di Hamas lungo quasi un chilometro che porta dall’Università di Al-Azhar a una scuola vicina. Gli Stati Uniti hanno posto il veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che chiedeva un cessate il fuoco immediato a Gaza. Nel frattempo le milizie palestinesi hanno chiesto un’escalation di attacchi e manifestazioni in Cisgiordania.

7 dicembre 2023 – Gli avvertimenti de l’Egitto e la tensione con Hezbollah

Il poeta e attivista palestinese Refaat Alareer è stato ucciso insieme alla sua famiglia da un attacco aereo israeliano. L‘Egitto ha avvertito gli Stati Uniti e Israele di non consentire una situazione che spingerebbe i palestinesi sfollati a fuggire nella penisola del Sinai. Se ciò si verificasse, potrebbe causare una “rottura” nelle relazioni Egitto-Israele. Netanyahu ha affermato che «Israele trasformerà Beirut in Gaza» se Hezbollah si unirà alla guerra. Il capo politico Hezbollah, Sheikh Ali al Asadi, ha avvertito gli Stati Uniti di ritirare le proprie forze dal Medio Oriente durante un’intervista a Newsweek. In caso contrario, potrebbero esserci ripercussioni inaspettate sull’esercito americano.

6 dicembre 2023 – Il ministro della difesa israeliana incontra sindaci delle zone minacciate dagli Hezbollah

Alcuni funzionari israeliani hanno affermato che che l’IDF ha ucciso metà dei comandanti di medio livello di Hamas a Gaza. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha incontrato i sindaci e i capi dei consigli locali a Nahariya per discutere della minaccia  Hezbollah per i residenti del nord. Gallant ha affermato che, se la diplomazia dovesse fallire, Israele utilizzerà le sue forze armate per costringere Hezbollah a nord del fiume Litani .

5 dicembre 2023 –  Si intensifica lo scontro tra Israele e Hamas

Il New York Times ha riferito che l’IDF aveva iniziato l’invasione del sud di Gaza.  L’IDF ha riferito che i suoi soldati avevano raggiunto i centri sia di Khan Younis sia di Jabalia. Il capo del comando meridionale, generale Yaron Finkelman, ha affermato che le truppe sono state coinvolte nei combattimenti più pesanti dall’inizio dell’invasione di terra. Le Brigate al-Qassem hanno condotto sei attacchi contro Israele, inclusa una salva di razzi contro Tel Aviv.

4 dicembre 2023 – Il Fronte Popolare per la liberazione della Palestina 

Le ali militanti del DFLP e delle Brigate Al-Qassam hanno lanciato razzi nel sud di Israele e Tel Aviv da Gaza. Alcuni combattenti palestinesi hanno assaltato le forze israeliane in uno scontro con armi leggere e hanno fatto esplodere un IED a Jenin. Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) ha affermato che avrebbe intensificato gli attacchi in risposta alle forze israeliane che hanno ucciso combattenti palestinesi a Qalqilya.

3 dicembre 2023 – Le operazioni di terra di Israele

Un portavoce del Ministero della Sanità di Gaza ha detto che l’IDF ha bombardato il campo profughi di Jabalia, uccidendo e ferendo decine di persone. L’esercito israeliano, inoltre, ha annunciato di aver esteso le sue operazioni di terra a tutta Gaza.

2 dicembre 2023 – Il ritiro dai negoziati del Mossad e la posizione di Macron

L’intelligence israeliana si è ritirata dai negoziati a Doha, in Qatar. Il direttore David Barnea ha citato il fallimento di Hamas nel liberare tutte le donne e i bambini elencati come ostaggi. Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che dalla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2023 (Cop 28) a Dubai , negli Emirati Arabi Uniti, si recherà direttamente a Doha per i colloqui di tregua.

1 dicembre 2023 – Termine del cessate il fuoco e ripresa dello scontro

È terminato formalmente alle 7 dell’ora israeliana (6 ora italiana) il cessate il fuoco tra le due parti. Israele ha ripreso le operazioni di combattimento con la stessa intensità di prima, in attesa di ulteriori colloqui in Qatar. Hamas sostiene di aver lanciato una raffica di missili verso Tel Aviv. Diverse persone sono rimaste ferite, ma l’IDF non ha fatto commenti riguardo.

30 novembre 2023 – Sparatoria a Gerusalemme Ovest rivendicata da Hamas

Due uomini armati hanno ucciso, in una sparatoria di massa, tre persone e ne hanno ferite altre 16. L’attentato è avvenuto vicino a una fermata dell’autobus a Gerusalemme ovest Gli autori del fatto sono stati uccisi da agenti di polizia fuori servizio e Hamas ha rivendicato la responsabilità. L’IDF e Hamas hanno confermato che la tregua è stata prorogata per un settimo giorno e hanno rilasciato, rispettivemente, 30 e 8 ostaggi.

29 novembre 2023 – Possibile prolungamento del cessate il fuoco e scambio di ostaggi

L’esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso tre uomini palestinesi armati nella Striscia di Gaza. Avevano violato il cessate il fuoco e rappresentavano una minaccia per le forze israeliane. Hamas ha informato i mediatori di essere disposta a prolungare la tregua di altri quattro giorni.  Un funzionario israeliano ha invece detto al Washington Post che erano disposti a prolungare la tregua per altri due o tre giorni. Nel frattempo altri ostaggi sono stati rilasciati: 30 palestinesi e 16 israeliani.

28 novembre 2023 – Scambio di ostaggi e scontri

Prosegue lo scambio di ostaggi: 10 israeliani e un cane da compagnia, due tailandesi e 30 prigionieri palestinesi. Alcuni Combattenti palestinesi a Gaza hanno fatto esplodere a distanza due esplosivi IED prendendo di mira soldati dell’IDF che salivano a bordo di veicoli blindati vicino all’ospedale Al-Rantisi. I militanti di Hamas si sono scontrati con le forze israelianeTubas.

27 novembre 2023 – Possibile prolungamento della tregua

Alcuni funzionari del Qatar, uno dei Paesi che più si è speso per ottenere il cessate il fuoco temporaneo, hanno dichiarato che Israele e Hamas avevano concordato di prolungare la tregua di due giorni. Hamas  nel corso della giornata ha rilasciato 11 ostaggi israeliani, mentre Israele 33 prigionieri palestinesi.

26 novembre 2023 – Scambio di prigionieri e la visita di Netanyahu nella Striscia di Gaza

Al terzo giorno di tregua  Hamas ha rilasciato 17 ostaggi, tra cui 14 israeliani e tre cittadini tailandesi. Israele, invece, ha liberato 39 prigionieri palestinesi adolescenti. Il premier israeliano Netanyahu ha visitato soldati e comandanti israeliani nella Striscia di Gaza.

25 novembre 2023 – Rilascio ostaggi con ritardo e attacco della Jihad Islamica

Hamas ha rilasciato 13 ostaggi israeliani e quattro cittadini tailandesi dopo un ritardo di sette ore. Hamas ha liberato gli ostaggi in ritardo perchè ha accusato Israele di aver violato i termini della tregua. La Jihad islamica palestinese, nel frattempo, ha rivendicato un attacco contro le forze israeliane a Jenin, in Cisgiordania.

24 novembre 2023 – Il primo cessate il fuoco

Dopo quasi sette settimane di conflitto, entra in vigore alle 7 del mattino il primo cessate il fuoco temporaneo tra Israele e Hamas. 50 degli ostaggi rapiti da Hamas saranno riconsegnati in cambio di 150 prigionieri palestinesi e della sospensione delle ostilità per 4 giorni.

23 novembre 2023 – Slitta a domani la tregua di quattro giorni a Gaza, stabilita in seguito all’accordo per il rilascio degli ostaggi israeliani

Doveva iniziare il 23 novembre lo stop ai raid, concesso dopo la stretta di mano sullo scambio di rapiti: 50 israeliani per 150 detenuti palestinesi. Tuttavia, Hamas non ha consegnato la lista dei nomi delle persone da liberare e, così, la tregua è stata rimandata a venerdì 24. In ballo c’è un quinto giorno di pausa, che potrebbe verificarsi se saranno liberati altri 50 ostaggi israeliani in mano ad Hamas per 150 prigionieri della Palestina. In ogni caso, il luogo individuato per lo scambio sarebbe il valico di Rafah, tra l’Egitto e la Striscia di Gaza.
Intanto, il direttore dell’ospedale di Al-Shifa Medhat Abbas ha detto all’Associated Press che il bilancio dei morti avrebbe oltrepassato quota 13mila e che ci sarebbero oltre 6mila dispersi.

19 novembre 2023 – Trovato un tunnel terroristico sotto l’ospedale Al Shifa. Continuano gli scontri tra Libano e Israele
L’esercito israeliano ha comunicato di aver trovato basi e tunnel terroristici sotto l’ospedale Al Shifa.
Secondo Hamas, il bilancio delle vittime palestinesi è salito a 13 mila. La Francia ha annunciato che accoglierà nei propri ospedali i bambini malati ricoverati a Gaza.
Continuano anche gli scontri al confine tra Libano e Israele: Hezbollah ha lanciato decine di razzi, mentre l’esercito israeliano ha risposto con un raid contro obiettivi militari e infrastrutture.
Sul fronte mediazione, la portavoce del ministero degli Esteri cinese ha annunciato che i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Egitto e dell’Autorità palestinese saranno in Cina il 20 e il 21 novembre. Per quanto riguarda la trattativa sugli ostaggi, invece, secondo il Washington Post sarebbe imminente l’arrivo di un’intesa tra Israele e Hamas.
Intanto, emergono nuovi particolari sull’attacco del 7 ottobre. Harretz riferisce che le forze di sicurezza israeliane sono sempre più convinte che Hamas non fosse a conoscenza del Nova festival al kibbutz di Reim e che lo abbia scoperto per caso.

18 novembre 2023 Netanyahu: continueremo fino alla vittoria
Israele ha confermato di aver allargato le operazioni nel nord della Striscia, in particolare a Zaitun e Jabalya. Proprio qui, riferisce Hamas, un raid israeliano ha colpito una scuola, con un bilancio di almeno 50 vittime.
Il premier israleiano Benjamin Netanyahu ha dichiarato in conferenza stampa di essere determinato a proseguire il conflitto «fino a quando avremo distrutto il nemico e recuperato gli ostaggi».
Intanto, l’Unrwa ha attaccato Israele per aver approvato la fornitura di solo la metà del carburante necessario per le operazioni umanitarie nella Striscia.

17 novembre 2023 – Israele: «Non c’è nessun accordo sugli ostaggi»
Nella notte l’esercito israeliano ha conquistato una roccaforte della jihad nel nord della Striscia, dove avevano sede gli uffici di alcuni capi terroristi. I soldati hanno anche comunicato di aver trovato armi e missili all’intento di una scuola.
Nei raid aerei di Israele, che hanno colpito anche il Libano, è stato ucciso Ahmed Bahar, membro di rilievo della cosiddetta “ala politica” di Hamas.
Sul fronte mediazione, Israele ha affermato per voce del consigliere della sicurezza nazionale Tzachi Hanegb che sugli ostaggi per ora non c’è nessun accordo. Intanto, la crisi umanitaria a Gaza continua: il carburante, secondo l’Unrwa, non è stato consegnato, anche se Israele ha accolto la richiesta statunitense di far entrare nella Striscia due autocisterne al giorno. In Egitto, nel frattempo, sono arrivati 135 voli che hanno trasportato circa 3.400 tonnellate di aiuti vari da portare a Gaza. A fornirli sono stati 31 Paesi, per lo più arabi.

16 novembre 2023 – Israele conquista il porto di Gaza. Herzog: «Non lasceremo un vuoto nella Striscia»
Il presidente israeliano Isaac Herzog ha dichiarato (in un’intervista al Financial Times) che Israele non lascerà «un vuoto» a Gaza, per impedire che la Striscia diventi nuovamente una base per i terroristi. Attualmente, ha detto, sono al vaglio diverse ipotesi. Il presidente statunitense Joe Biden, invece, se da un lato si è detto soddisfatto della mediazione che sta portando avanti assieme al Qatar, dall’altro ha affermato che la guerra a Gaza «finirà quando Hamas non avrà più la capacità di uccidere, abusare e fare cose orribili agli israeliani». Dal canto suo, l’ambasciatore palestinese all’Onu Ibrahim Khraishi ha attaccato le Nazioni unite chiedendo di «svegliarsi» di fronte al genocidio in corso a Gaza.
Sul fronte dei combattimenti, Israele ha annunciato di aver preso il porto di Gaza, usato dai terroristi di Hamas come base per gli attacchi. Inoltre, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha confermato che l’esercito ha completato la «attura e il rastrellamento della parte occidentale della città».

15 novembre 2023 – Ostaggi, Reuters: Qatar media scambio tra 50 ostaggi e 3 giorni di tregua
50 ostaggi in cambio 3 giorni di tregua. É questo l’accordo che Qatar e Stati Uniti stanno mediando tra Israele e Hamas, secondo quanto riportato dall’agenzia stampa britannica Reuters.
Il patto prevederebbe anche il rilascio di alcuni detenuti nelle carceri israeliane e un maggiore afflusso di aiuti umanitari.
Nel frattempo proseguono i combattimenti tra Israele e l’organizzazione terroristica Hamas.
Dopo aver preso il Parlamento di Gaza, l’esercito di Israele  è entrato nell’ospedale palestinese Al Shifa, ormai non funzionante a causa dei combattimenti.
«È un operazione mirata per colpire i terroristi», afferma Israele, che ha dichiarato di aver trovato nell’area armi del gruppo islamista. «È un crimine di guerra», l’accusa dei miliziani di Hamas, secondo cui 40 pazienti sarebbero già morti.

14 novembre 2023 – Gaza, trasferimento di incubatrici all’ospedale di Al-Shifa da Israele
Per provare a soccorrere i neonati in pericolo di vita Israele decide di trasferire delle incubatrici all’ospedale di Al-Shifa a Gaza, ormai non più funzionante a causa dei bombardamenti.

Ostaggi, Washington Post: vicino accordo per il rilascio di prigionieri 
Il quotidiano americano Washington Post riporta che che sarebbe più vicino un accordo tra Israele e Hamas per il rilascio di una parte degli ostaggi, mediato da Qatar e Usa.
In serata il presidente statunitense Joe Biden si dice fiducioso sullo sblocco delle trattative. «Tenete duro, stiamo arrivando», il suo messaggio ai prigionieri rapiti da Hamas.

12 novembre 2023 – Gaza, combattimenti intorno all’ospedale di al Shif sotto cui si nasconderebbe il leder di Hamas 
La guerra prosegue intorno all’ospedale di al Shifa di Gaza, il più grande della città e dell’intera Striscia, sotto il quale Israele ritiene esserci una base di Hamas in cui si nasconde il leader Yahya Sinwar, ideatore dell’attacco del 7 ottobre.
In serata arriva la comunicazione dell’Organizzazione mondiale della sanità. «Sono tre giorni che mancano elettricità e acqua. Purtroppo l’ospedale di al Shifa non è più funzionante», afferma il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, che chiede un cessate il fuoco immediato. Diversa la posizione del presidente di Israele Isaac Herzog, che ha negato che le forze di difesa (Idf) abbiano bombardato la struttura medica.

Gaza, Guterres (Onu): due Stati unica soluzione, Gaza all’Anp dopo la guerra
Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres afferma che la soluzione dei due stati è «l’unica via d’uscita», affermando che al termine del conflitto la Striscia di Gaza deve passare sotto il controllo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp).
La posizione di Guterres si pone in contrasto con quella dichiarata dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che esclude il ritorno dell’Anp e propende per la continuazione dell’occupazione di Gaza anche dopo la guerra.

11 novembre 2023 – Medio Oriente, vertice a Raid dei paesi arabi e islamici
L’Arabia Saudita ospita a Riad un vertice cui siedono i rappresentanti dei paesi della Lega Araba e dell’Organizzazione della cooperazione islamica, che chiedono un cessate il fuoco. Presente anche il Presidente dell’Iran Ebrahim Raisi, finanziatore di Hamas e fermo propugnatore della distruzione dello Stato di Israele.

10 novembre 2023 – Gaza, Netanyahu contraddice Usa: controlleremo la striscia anche dopo la guerra
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu afferma che Israele continuerà a occupare Gaza anche dopo la fine della guerra per tutelare la propria sicurezza.
Le dichiarazioni del premier israeliano si pongono in contrasto con il piano del presidente americano Joe Biden di consegnare il controllo della Striscia all’autorità nazionale palestinese di Abu Mazen al termine del conflitto, coinvolgendo per il tempo necessario a mantenere la stabilità e creare uno stato palestinese comprensivo di Gaza e Cisgiordania una forza multinazionale formata dai paesi arabi sottoscrittori degli accordi di Abramo e legittimata dall’Onu.

Guerra Israele-Hamas, Blinken: fare di più per proteggere i civili
«Apprezziamo il fatto che ieri Israele abbia annunciato pause di quattro ore e due corridoio umanitari. Allo stesso tempo molto di più deve essere fatto per proteggere i civili», afferma il segretario di Stato americano Antony Blinken, che precisa: «Troppo palestinesi sono stati uccisi, troppi hanno sofferto».
Nel mentre Hamas continua a lanciare razzi contro lo Stato ebraico, protetto dal sistema antimissilistico Iron Dome, e proseguono scontri al confine con il Libano.

9 novembre 2023 – Ostaggi, Jihad islamica pubblica un video con due prigionieri israeliani
La Jihad islamica, un gruppo terroristico palestinese che ha fiancheggiato Hamas nell’attacco del 7 ottobre, pubblica un video in cui compaiono due ostaggi israeliani, Hanna Katzir e Yagil Yaacov, rispettivamente di 77 e 12 anni. Entrambi sono stati rapiti nel kibbutz Nir Oz e deportati a Gaza.
Nel video, evidentemente manipolati dai terroristi in appare essere un atto di una più profonda guerra mediatica, la donna e il bambino attaccano il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Gaza, Israele concede una pausa umanitaria di 4 ore
In seguito alla mediazione statunitense, Israele concede una pausa umanitaria di 4 ore al giorno nella zona a nord della Striscia di Gaza per permettere alla popolazione palestinese di spostarsi a sud, verso il varco di Rafah al confine con l’Egitto. L’accordo prevede e si accompagna con l’apertura di un corridoio umanitario lungo la costa del mare per consentire il movimento dei civili.

8 novembre 2023 – Tensione Usa-Israele. Netanyahu: «Possibile occupare Gaza». Blinken: «Israele non deve farlo»
Tensione tra Israele, il cui primo ministro Benjamin Netanyahu durante un’intervista all’emittente televisiva americana Abc apre alla possibilità che le forze israeliane occupino Gaza «a tempo indeterminato», e il Segretario di Stato statunitense Antony Blinken che esclude seccamente l’ipotesi.
«Israele non può occupare Gaza» sottolinea il segretario americano da Tokyo, in Giappone, a margine del G7 dei ministri degli esteri.
La divergenza si estende alla programmazione della strategia successiva all’eventuale eradicazione di Hamas, con il Premier Netanyahu per ora concentrato sulla vittoria militare e gli Stati Uniti che auspicano un coinvolgimento dell’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen per la gestione futura della striscia di Gaza.
«Sarebbe un grosso errore la rioccupazione della striscia da parte di Israele», aveva dichiarato il presidente americano Joe Biden il 16 ottobre all’emittente Cnn. «Credo che Hamas debba essere eliminato integralmente, ma c’è bisogno che ci sia un’autorità palestinese, c’è bisogno di un percorso verso uno Stato palestinese».

Mediazione, ipotesi pausa umanitaria in cambio di 12 ostaggi
Il Qatar continua la sua mediazione sul rilascio degli ostaggi, l’entrata di aiuti umanitari a Gaza tramite il varco di Rafah e l’introduzione di pause umanitarie.
Tra le ipotesi viene riportata quella di un accordo che prevederebbe tre giorni di cessate il fuoco in cambio della liberazione di 12 ostaggi
Nelle stesse ore sale a 32 il numero di soldati israeliani morti in guerra.

3 novembre 2023 – Medio Oriente, il leader di Hezbollah: 7 ottobre fu decisione di Hamas
Nel suo primo discorso pubblico dallo scoppio della guerra, il capo dell’organizzazione terroristica libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah, afferma che l’attacco del 7 ottobre è stato frutto di una decisione «al 100% palestinese» e che Hezbollah non era stata informata preventivamente.
Pur definendo realistica la «possibilità di una guerra aperta», Nasrallah non annuncia l’entrata ufficiale di Hezbollah nel conflitto.

2 novembre 2023 – Israele, Netanyahu: «Entrati a Gaza City, non ci fermiamo»
Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu comunica che l’esercito israeliano è entrato a Gaza City con l’obiettivo di sconfiggere definitivamente l’organizzazione terroristica Hamas.
«Siamo al culmine della campagna, abbiamo già raggiunto successi impressionanti, siamo già oltre gli ingressi di Gaza City e andiamo avanti», le parole del premier ai soldati.
Il bilancio delle vittime continua a crescere: più di 10mila sono i morti palestinesi dall’inizio del conflitto.

Guerra Israele-Hamas, il Presidente Usa Biden chiede una pausa umanitaria
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, pur rimando contrario all’ipotesi di un cessate il fuoco che a suo avviso «beneficerebbe soltanto Hamas», chiede una pausa umanitaria per permettere l’ingresso di adeguati rifornimenti di cibo, acqua e medicinali nella striscia di Gaza, la cui crisi umanitaria peggiora di ora in ora.

27 ottobre 2023 – Israele-Hamas, le truppe di Israele entrano nella Striscia di Gaza
Dopo alcuni rinvii e successivamente agli inviti rivolti alla popolazione palestinese a evacuare il territorio, le forze armate israeliane invadono la striscia di Gaza.
L’annuncio viene dato in televisione sabato 28 da Benjamin Netanyahu. «È iniziata la seconda fase», afferma il primo ministro, definendo il conflitto la «seconda guerra d’indipendenza» del suo Paese.

Gaza: Italia e Germania si astengono sulla risoluzione ONU per la tregua umanitaria
All’Assemblea generale delle Nazioni Unite Italia e Germania si astengono sul voto alla risoluzione che chiede una «tregua umanitaria» a Gaza presentata da 22 Paesi arabi.
Il testo viene approvato con il voto favorevole di 120 Paesi, 14 contrari e 45 astenuti.
Non passa invece l’emendamento presentato dal Canada che condanna inequivocabilmente gli attacchi terroristici di Hamas ed esige il rilascio immediato degli ostaggi.

Guerra Israele-Hamas, Netanyahu rifiuta il cessate il fuoco: Sarebbe una resa ad Hamas
Benjamin Netanyahu respinge le richieste di un cessate il fuoco. «Israele non accetterà la cessazione delle ostilità con Hamas dopo l’orribile attacco del 7 ottobre. Le richieste di cessate il fuoco sono appelli perché Israele si arrenda ad Hamas», afferma il primo ministro di Israele. «Questo è il tempo della guerra».

25 novembre 2023 – Guerra Israele-Hamas, Guterres (Onu): «Subito un cessate il fuoco»
Il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres chiede un immediato cessate il fuoco per non aggravare ulteriormente la tragica situazione umanitaria a Gaza e mettere fine alle «indicibili sofferenze» nella striscia. «Sono molto preoccupato dalle chiare violazioni del diritto umanitario internazionale cui stiamo assistendo in Gaza», argomenta.

24 ottobre 2023 – Tensione all’Onu, Guterres: “Attacchi di Hamas non accaduti in un vuoto”. Israele ne chiede le dimissioni
Al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres afferma che «è importante riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono accaduti in un vuoto».
Immediata la reazione dell’ambasciatore israeliano Gilad Erdan, che ne chiede le dimissioni accusandolo di giustificare il terrorismo.
«Sono scioccato dal travisamento di alcune delle mie dichiarazioni al Consiglio di sicurezza come se stessi giustificando atti di terrorismo da parte di Hamas», replica alle critiche Guterres.

23 ottobre 2023 – Ostaggi di Hamas, rilasciate due donne
Hamas, il gruppo terroristico che controlla la Striscia di Gaza, rilascia due donne israeliane rapite nell’attacco del 7 ottobre dopo oltre due settimane in cui sono state tenute in ostaggio.

20 ottobre 2023 – Ostaggi di Hamas, rilasciate due donne con cittadinanza americana
In seguito alla mediazione del Qatar, Paese alleato degli Stati Uniti in Medio Oriente e contemporaneamente finanziatore dell’organizzazione terroristica Hamas di cui ospita i capi, Hamas rilascia due prigioniere con cittadinanza americana — Judith e Natalie Raanan, madre e figlia di 59 anni e 17 anni — rapite durante l’assalto del 7 ottobre.

Washington, Biden dallo Studio Ovale: difendere Ucraina e Israele
Dallo Studio Ovale della Casa Bianca a Washington, il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden si rivolge agli americani con un discorso in cui sottolinea la necessità di difendere l’ordine internazionale liberale aiutando Ucraina e Israele a difendersi e annuncia un unico pacchetto per 100 miliardi di aiuti da approvare al Congresso.
«Non vale la pena», afferma afferma Biden, «abbandonare l’Ucraina o voltare le spalle a Israele», mettendo a rischio la sicurezza e i valori democratici.
La posizione di Biden si pone incontrato con una frangia di deputati repubblicani, interessati a separare il sostegno all’Ucraina da quello a Israele.

19 ottobre 2023 – Il Primo ministro britannico Sunak a Netanyahu: «Vogliamo che tu vinca»
Il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak visita Israele per esprimere solidarietà al popolo ebraico e allo Stato di Israele.
«Sosteniamo fermamente il diritto di Israele a difendersi nel rispetto del diritto internazionale», dice rivolgendosi al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: «Sono orgoglioso di stare al tuo fianco nell’ora più buia […] Vogliamo che tu vinca».

18 ottobre 2023 – Biden in Israele: «Non ripetete i nostri errori dopo l’11 settembre»
Accompagnato dal segretario di Stato americano Antony Blinken, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden visita per la prima volta Israele dopo l’attacco del 7 ottobre.
«Non ripete gli stessi errori alimentati dalla rabbia dopo l’11 settembre», ammonisce Biden, sottolinenando la necessità che Israele rispetti il diritto internazionale umanitario nella reazione all’attacco di Hamas del 7 ottobre.
Biden affronta anche il caso dell’esplosione avvenuta vicino all’ospedale al-Ahli di Gaza City, affermando che sulla base di quanto visto non è stata causata dall’esercito israeliano.

17 ottobre 2023 – Gaza, razzo esplode vicino a un ospedale: Hamas accusa Israele
Un razzo esplode vicino all’ospedale al-Ahli di Gaza City uccidendo centinaia di vittime.
Hamas incolpa Israele di aver colpito volontariamente i civili palestinesi.
Nonostante non sia verificata, l’accusa si diffonde su internet e social network.
Si tratta, tuttavia, di una fake news: come dimostrato dai video condivisi dalle forza di difese israeliane (Idf) e da indagini giornalistiche indipendenti, l’esplosione è stata causata da un razzo lanciato dalla Jihad Islamica, un’organizzazione terroristica che ha fiancheggiato Hamas nell’attacco del 7 ottobre.

Il cancelliere tedesco Scholz in Israele: «La Germania difende Israele»
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è il primo capo di governo europeo a visitare Israele per esprimere solidarietà e sostegno politico al popolo ebraico.
«La Germania difende la sicurezza dello Stato di Israele e dei suoi cittadini», dichiara.

13 ottobre 2023 – Le presidenti von der Leyen e Metsola in Israele: «Siamo con voi, il terrore non preverrà»
Le presidenti della Commissione europea e del Parlamento europeo Ursula von der Leyen e Roberta Metsola visitano Israele per esprimere vicinanza.
«Siamo amici di Israele e quando un amico è sotto attacco, dobbiamo stare insieme: siamo dalla vostra parte», afferma von der Leyen. «Il terrore non prevarrà», le fa eco Roberta Metsola, che precisa: «Come rispondiamo conta. Possiamo – dobbiamo – fermare Hamas. E fare ciò che possiamo per mitigare le conseguenze umanitarie».

12 ottobre 2023 – Blinken a Tel Aviv: «Prendere ogni possibile precauzione per evitare di colpire i civili»
Il segretario di Stato americano Antony Blinken visita Israele per la prima volta dopo l’eccidio antisemita del 7 ottobre. «Hamas non rappresenta il popolo palestinese o le sue legittime aspirazioni», afferma il segretario, che raccomanda il rispetto dei valori democratici nella reazione contro l’organizzazione terroristica Hamas. «Israele ha il diritto diritto – di più: il dovere di difendersi – e assicurare che questo non accada mai più. Come discusso con il primo ministro, conta [però] come Israele lo fa. Noi democrazie ci distinguiamo dai terroristi per tendere a uno standard diverso, anche quando è difficile. È la nostra umanità ciò che ci rende chi siamo».
La visita del segretario a Tel Aviv fa parte di una più ampia missione in Medio Oriente volta a incoraggiare il rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di Israele, il rilascio degli ostaggi da Hamas e l’ingresso di aiuti umanitari nella striscia di Gaza attraverso il varco di Rafah.

11 ottobre 2023 – Israele-Stati Uniti, Netanyahu chiama Biden: «Colpiti dal più feroce attacco dall’Olocausto»
Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu chiama il presidente degli Stati Uniti Joe Biden per aggiornarlo sulla «difficile situazione» che Israele sta affrontando. «Sabato siamo stati colpiti da un attacco di una ferocia mai vista dall’Olocausto», comunica al presidente americano. «Abbiamo avuto centinaia di persone massacrate, famiglie sterminate nei loro letti e nelle loro case, donne brutalmente stuprate e assassinate, più di 100 persone rapite tra cui bambini».

Bruxelles, von der Leyen, Metsola e Michel: «Subito il rilascio degli ostaggi»
Da Bruxelles i vertici delle istituzioni comunitarie Ursula von der Leyen, Roberta Metsola e Charles Michel esprimono solidarietà allo Stato di Israele e ai suoi cittadini.
«Il mondo ha visto ebrei venire uccisi semplicemente in quanto ebrei», afferma la presidente  del Parlamento europeo: «Siamo qui per esprimere la nostra solidarietà, per condannare lo spaventoso atto terroristico e per esigere l’immediato rilascio degli ostaggio».

Israele, accordo Netanyahu-Gantz per un governo di unità nazionale
Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu e il leader centrista dell’opposizione Benny Gantz si accordano per formare un governo di emergenza nazionale per affrontare il conflitto contro Hamas.

10 ottobre 2023 – Washington, Biden: «È stato un atto di puro male, siamo al fianco di Israele»
Il presidente degli Stati Uniti Biden esprime piena solidarietà verso Israele e condanna Hamas, «un organizzazione terroristica il cui dichiarato motivo di esistere è uccidere gli ebrei».
«Più di 1000 civili sono sono stati massacrati — non solo uccisi, massacrati — in Israele. Tra di loro, almeno 14 cittadini americani sono stati uccisi», afferma il capo di Stato americano.

9 ottobre 2023 – Assemblea Nato, Zelensky: «Hamas e Mosca lo stesso male»
In un discorso tenuto tramite collegamento video alla sessantanovesima sessione annuale dell’assemblea parlamentare della Nato a Copenaghen, in Danimarca, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky afferma che Hamas e Putin siano «lo stesso male». «L’unica differenza — precisa — è che c’è un’organizzazione terroristica che ha attaccato Israele e qui c’è uno stato terrorista che ha attaccato l’Ucraina».

7 ottobre 2023 – Israele, oltre 1400 civili uccisi e più di 200 presi in ostaggio da Hamas in un attacco a sorpresa
Miliziani dell’organizzazione terroristica palestinese Hamas uccidono con missili e colpi d’arma da fuoco più di 1400 civili israeliani e prendono in ostaggio oltre 200 cittadini, dopo aver fatto breccia via terra, via mare e via cielo a sud dello Stato di Israele a bordo di pick-up, gommoni e deltaplani.
L’assalto, eseguito di sabato approfittando di quello che viene considerato un giorno di festa nella religione ebraica, coglie di sorpresa l’intelligence israeliana.
L’obiettivo rivendicato dai terroristi palestinesi di Hamas è quello di uccidere gli ebrei in quanto tali, in ossequio alla propria carta costituiva che contempla la guerra santa contro gli infedeli non musulmani come unico modo per risolvere la questione palestinese e prevede la distruzione dello Stato di Israele.

Tel Aviv, Netanyahu: «Siamo in guerra e la vinceremo»
Con un video rivolto alla nazione, il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu afferma che lo Stato di Israele è in guerra e che la vincerà.
«Ho ordinato di richiamare i riservisti per combattere», annuncia. «Il nemico pagherà un prezzo».
Il giorno successivo viene dichiarato lo stato di guerra.