Per alcuni è un sms, per altri un messaggio preregistrato in arabo. Per altri ancora, un missile di avvertimento. La politica dell’esercito israeliano è quella di avvisare i residenti della striscia di Gaza prima del lancio delle bombe, per permettere che possano evacuare le loro case. Ma negli 11 giorni di conflitto, terminati con il cessate il fuoco del 21 maggio mattina, il sistema non ha sempre funzionato. Alcuni gruppi umanitari, come Amnesty International, accusano l’esercito di non dare abbastanza preavviso ai civili. E, in certi casi, di non darlo proprio.

Gaza dopo i bombardamenti (Foto Ansa)

Quando la telefonata non arriva – Non sempre l’esercito israeliano avvisa prima di bombardare gli obiettivi a Gaza. Un ufficiale delle Forze di difesa israeliane, parlando sotto condizione di anonimato con l’agenzia AFP, ha affermato che si dà preavviso «quando si tratta di colpire le infrastrutture, non quando si stanno eliminando terroristi». Sono molte le testimonianze di abitanti di Gaza che affermano di aver subito attacchi aerei senza alcun preavviso durante quest’ultimo conflitto. «L’aviazione israeliana ha bombardato molti luoghi diversi nella mia zona, con più di 40 missili, senza avvertire come facevano nelle ultime tre guerre», ha raccontato al quotidiano Haaretz il diciassettenne Ibrahim al-Talaa, che vive nel campo profughi di Mughazi. Amnesty International riporta le dichiarazioni di Yousef Yassin, un medico che era fra i primi soccorritori dopo il pesante bombardamento di alcuni edifici residenziali a Gaza City, la notte dello scorso 16 maggio: «Non ci sono stati avvertimenti quindi le persone erano sedute nelle loro case». Nel caso del bombardamento a Gaza City, l’esercito ha affermato che si stavano colpendo «terroristi». Secondo le autorità palestinesi, nell’attacco sono morti 11 bambini.

Breve preavviso e problemi di comunicazione – Anche quando il messaggio di preavviso ha raggiunto i residenti della Striscia, spesso viene lasciato poco tempo per abbandonare gli edifici. Nel caso del bombardamento della torre di Al-Jalaa, dove avevano sede gli uffici di Associated Press a Gaza, è stata rifiutata la richiesta del proprietario, Jawad Mehdi, che aveva chiesto qualche minuto in più per portare in salvo l’attrezzatura. In una testimonianza riportata da Haaretz, una residente del quartiere Rimal a Gaza City ha raccontato del marito di una collega: «Sua moglie lo ha chiamato per dirgli che gli israeliani avevano telefonato e avvisato che dovevano evacuare perché sarebbero stati bombardati. Lui è corso in casa per prendere una cosa e in quell’esatto momento è caduta la bomba». Sempre su Haaretz, si riporta di un problema di comunicazione che ha portato ad evacuare due scuole, Al-Buraq e Al-Aqsa, usate come rifugio dai civili, senza che l’esercito le avesse individuate come obiettivi.

Il bilancio del conflitto – Fra il 10 e il 21 maggio, quando si è raggiunto il cessate il fuoco, secondo le autorità palestinesi nella striscia di Gaza ci sono stati 248 morti, di cui solo una ventina sarebbero militanti di Hamas. La stima del governo israeliano è invece di 225 militanti uccisi. Durante il conflitto, i razzi lanciati da Hamas sulle città israeliane hanno ucciso 12 civili.