Il processo di normalizzazione tra Israele e una parte del mondo arabo è a un momento storico. Oggi, 13 dicembre, il premier Neftali Bennett ha incontrato ad Abu Dhabi il principe Mohammed bin Zayed: è la prima visita di sempre di un leader israeliano negli Emirati Arabi Uniti. «Il messaggio che desidero trasmettere è che la collaborazione e l’amicizia reciproche sono naturali. Siamo vicini e cugini. Siamo i nipoti del profeta Abramo», ha detto Bennett all’agenzia di stampa locale Wam. «Abbiamo creato una profonda e solida struttura per le relazioni diplomatiche, economiche e culturali per garantire la prosperità di questa regione».

La visita – «La cooperazione riguarderà soprattutto la sicurezza sanitaria e alimentare: il volume del commercio reciproco è cresciuto enormemente negli ultimi mesi, con diverse opportunità di sviluppo», ha detto Bennett, «Da questa unione non trarremo vantaggio solo noi, ma anche gli altri Paesi dell’area mediorientale». Il primo ministro israeliano è atterrato ad Abu Dhabi nella serata del 12 dicembre, accolto dal ministro degli Esteri Abdullah bin Zayed. Come riporta il Jerusalem Post, i due avrebbero discusso brevemente sul tema della tolleranza religiosa. L’agenda del 13 dicembre, oltre al principe degli Emirati Arabi Uniti, prevede per Bennett l’incontro con il ministro dell’Industria e delle Tecnologie Avanzate Al Jaber, il ministro della Cultura Noura Al Kaabi e Khaldoon al Mubarak, proprietario del fondo d’investimento Mubadala.

L’accordo – La visita di Bennett suggella gli Accordi di Abramo, voluti dall’ex presidente Usa Donald Trump e firmati tra i due Paesi il 13 agosto 2020, in cui gli Emirati Arabi accettavano di normalizzare le relazioni a patto che Israele sospendesse l’annessione di porzioni della Cisgiordania. È stata la terza ratifica del disgelo con un Paese del mondo arabo, dopo quelle con Egitto nel 1979 e Giordania nel 1994. Dopo la firma del 2020, si sono aggiunti Sudan, Marocco e Bahrein. Nei mesi scorsi il premier israeliano uscente Benjamin Netanyahu aveva provato a organizzare il viaggio diplomatico negli Emirati Arabi, senza riuscirsi, prima a causa della pandemia poi della sconfitta nelle ultime elezioni.

I commerci – Il traffico commerciale tra i due Paesi ha già tratto nuova linfa da questa intesa. A settembre 2021, il volume degli scambi arrivava a 6.5 miliardi di dirham (circa 1.5 miliardi di euro). A marzo gli Emirati Arabi Uniti hanno inoltre stanziato 10 miliardi di dirham (2.4 miliardi di euro) in un fondo d’investimento in settori strategici di Israele, come l’energia, l’industria, la sanità, le tecnologie agrarie e lo spazio. «Ministeri dei due Paesi lavorano insieme, così come molte aziende e uomini d’affari, e le delegazioni di entrambe le parti si visitano reciprocamente», ha detto Bennett.

La difesa contro l’Iran – Oltre al commercio, Israele ed Emirati Arabi condividono il timore per la rinnovata avanzata dell’Iran verso il nucleare: in questi giorni la Repubblica Islamica, a Vienna, sta cercando di rilanciare l’accordo del 2015, depotenziato dall’uscita degli Stati Uniti nel 2018. Bennett e il ministro della difesa Benny Gantz hanno già minacciato un’azione militare preventiva. Gli Emirati Arabi si trovano in mezzo tra i due contendenti, dato che hanno importanti rapporti commerciali con l’Iran. La scorsa settimana Tahnoun bin Zayed, consigliere per la Sicurezza Nazionale, ha incontrato a Teheran il neo-eletto presidente Ebrahim Raisi, con l’obiettivo di ridurre le tensioni intorno al dossier nucleare e fare un passo avanti nella stabilità del Medio Oriente.