Gli incidenti continuano. E la tensione sale sempre di più. Stamattina, 25 marzo, un razzo sparato da Gaza ha colpito una casa nel nord di Tel Aviv ferendo sette persone. Era dal 2014 che un ordigno non colpiva così in profondità il territorio israeliano. Secondo il portavoce dell’esercito, Ronen Manelis, il razzo è stato lanciato dalle forze di Hamas. Fonti interne al movimento di resistenza islamica sostengono, però, che si è trattato di un errore.
L’attacco – Alle 5 del mattino un ordigno proveniente dalla Striscia di Gaza è riuscito a superare buona parte dell’abitato di Tel Aviv arrivando nella zona di Mishmeret. L’abitazione colpita ha preso fuoco e i membri della famiglia che si trovavano all’interno della casa sono rimasti tutti feriti. Tra le persone coinvolte nell’incidente anche una ragazza di 12 anni, un bambino di tre e un neonato di 18 mesi.
Il ruolo di Hamas – Il portavoce dell’esercito israeliano, Ronen Manelis, considera Hamas colpevole «dell’accaduto», perché il razzo è stato lanciato da Rafah, nel sud della Striscia. Poiché è il movimento di resistenza islamica a controllare quella zona, l’esercito ritiene «Hamas responsabile di tutto ciò che succede a Gaza». Tuttavia, come riportato dall’agenzia di stampa Agi, forze interne al movimento hanno cercato di calmare le acque riferendo alla radio israeliana, Arutz Shevadi, di non aver organizzato appositamente l’incursione: il razzo sarebbe stato lanciato per errore.
La risposta di Israele – Il premier Benyamin Netanyahu ha affermato «di voler reagire con forza a questo attacco criminale». Il governo, infatti, ha già predisposto l’invio di altre truppe al confine con Gaza. Vista la situazione, Netanyahu ha deciso di interrompere la visita in America e tornare in Israele. È annullato, però, soltanto il suo intervento alla conferenza annuale dell’Aipac, il gruppo che riunisce le principali associazioni ebraiche negli Stati Uniti, mentre rimane confermato l’incontro privato con Donald Trump, in cui verrà firmato l’ordine esecutivo per riconoscere a Israele la sovranità sulle alture del Golan.
Le elezioni israeliane – Inevitabilmente l’episodio di stamattina avrà delle ricadute sulle imminenti elezioni israeliane e sulla campagna elettorale che si terrà in vista del 9 aprile. Il principale rivale di Netanyahu, l’ex generale Benny Gantz, ha attaccato il premier, accusandolo di non essere capace di garantire la sicurezza del paese: «Forse Netanyahu sarà soddisfatto della dichiarazione di Hamas che parla di un errore o finalmente si concentrerà sulla sicurezza dei cittadini e non sulle sue questioni legali?», ha scritto Gantz su Twitter. Anche il leader dei laburisti, Avi Gabbay, e il partito ultra-nazionalista guidato da Naftali Bennett hanno incolpato il premier per i continui scontri con Hamas. Ma l’incidente di stamattina non è l’unico elemento che potrebbe influenzare le elezioni e, allo stesso tempo, incrementare le ostilità. Ieri la premier romena, Viorica Dancila, ha annunciato lo spostamento dell’ambasciata a Gerusalemme. La Romania è, quindi, il primo Paese in Europa ad aver seguito l’esempio di Donald Trump. Dal canto suo, l’Ue ha ribadito «di non aver cambiato posizione» e di continuare a sostenere la soluzione di due Stati con Gerusalemme capitale di Israele e Palestina.
I precedenti – Il conflitto tra Hamas e Israele si è intensificato nel corso dell’ultimo anno. Da quasi 365 giorni ogni venerdì i palestinesi protestano al confine per richiedere che i discendenti dei rifugiati del 1948 possano ritornare alle proprietà della loro famiglia nei territori che attualmente appartengono a Tel Aviv. Gli ultimi scontri si sono verificati meno di 10 giorni fa, il 16 marzo, quando Israele, per rispondere ai due razzi lanciati verso Tel Aviv, ha colpito oltre 100 obiettivi di Hamas a Gaza, ferendo 4 persone. A quest’attacco le forze del movimento di resistenza islamica hanno risposto dirigendo altri razzi verso la cittadina di Siderot, a ridosso della Striscia.