A fine gennaio si alzerà il sipario sul Piano Mattei, il progetto del governo Meloni per l’aiuto ai paesi africani e lo stop “morbido” all’immigrazione di cui si parla da mesi ma del quale finora non sono stati forniti dettagli., Il 28 e il 29 gennaio 2024, in occasione della conferenza Italia-Africa, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dovrebbe illustrare il progetto già approvato dal Senato il 20 dicembre, sotto forma di decreto legge
Conferenza rinviata – «Alla luce del peggioramento del contesto internazionale di sicurezza, la conferenza Italia-Africa prevista per il mese di novembre è stata rinviata all’inizio del 2024». Con questo comunicato, il 12 ottobre 2023 il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale aveva annunciato lo slittamento dell’incontro con i Paesi dell’Unione Africana (fondata nel 2002, comprende tutti e 55 gli stati del continente). «Ciò consentirà anche un migliore coordinamento con gli altri eventi dell’agenda internazionale ed in particolare le riunioni dell’Unione Africana e della Presidenza Italiana del G7, durante la quale l’Africa avrà un ruolo centrale», si può leggere alla fine della nota ministeriale. Adesso si sta arrivando allo snodo cruciale per capire le reali intenzioni di Roma nei confronti del continente africano.
Piano Mattei – La prima volta che è stato citato è stata durante il discorso d’insediamento alla Camera di Meloni il 22 ottobre 2022. Il Piano è l’ultimo punto programmatico citato dalla Premier: «E allora mancherà un’ultima cosa da fare, forse la più importante: rimuovere le cause che portano i migranti ad abbandonare la propria terra, le proprie radici culturali, la propria famiglia per cercare una vita migliore in Europa. Ecco, credo che l’Italia debba farsi promotrice di un “piano Mattei” per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane, anche per contrastare il preoccupante dilagare del radicalismo islamista, soprattutto nell’area sub-sahariana. Ci piacerebbe così recuperare, dopo anni in cui si è preferito indietreggiare, il nostro ruolo strategico nel Mediterraneo». Da quel momento più volte Meloni ha parlato del programma del suo governo per l’Africa: «Non ci sarebbe nulla di nuovo se presentassimo un piano all’Africa. La cosa nuova è scriverlo insieme, stabilire le priorità e portare avanti una strategia» (13 ottobre 2023), «Il lavoro che voglio fare io con il Piano Mattei è scegliere quelle priorità, immaginare dei primi Paesi partner con i quali mettere a terra questi progetti e utilizzare la stesura di questo primo Piano, per poi moltiplicare queste iniziative» (4 gennaio 2023), «Qual è il mio obiettivo? Lavorare in Africa, fermare le partenze, valutare la possibilità di aprire gli hot spot lì per stabilire chi abbia diritto e chi non abbia diritto ad arrivare in Europa, parallelamente lavorare sulla migrazione legale» (4 gennaio 2023).
In cosa consiste? – Il 15 novembre 2023 è stato presentato al Senato il decreto legge recante «disposizioni urgenti per il “Piano Mattei” per lo sviluppo in Stati del Continente africano», in seguito approvato il 20 dicembre. innanzitutto, il piano avrà una durata quadriennale, con possibilità di rinnovo, e dovrà individuare «ambiti di intervento e priorità di azione» in svariati settori come, ad esempio, l’istruzione, la salute e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Ma anche la prevenzione e il contrasto dell’immigrazione irregolare e la gestione dei flussi migratori legali. La strategia d’azione è quella di lavorare su specifiche aree del continente africano. In altre parole il Piano Mattei sembra essere un contenitore di tanti piccoli progetti territoriali. Verrà costituita una cabina di regia cui parteciperanno la presidenza del Consiglio, tutti i ministri, il presidente della Conferenza Stato-Regioni, il direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, il presidente dell’ICE-Agenzia italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, e anche rappresentanti della società Cassa depositi e prestiti, della Sace (società per il sostegno delle imprese) e della Simest (Società per le imprese estere). Inoltre, a supporto della cabina di regia, è prevista la costituzione di un’apposita «struttura di missione», composta da 19 persone, che dovrà anche predisporre la relazione annuale prevista ogni 30 giugno. Quest’ultima costerà 2,82 milioni di euro all’anno.
Relazione Ue-Africa – Il piano italiano si collocherà nella cornice del più ampio Partenariato tra le due Unioni, Europea e Africana. Una cooperazione che è stata rinnovata nel febbraio del 2022 e ha come obiettivo la «solidarietà, la sicurezza, la pace e uno sviluppo economico e una prosperità sostenibili e sostenuti per i cittadini delle due Unioni». I leader dei vari Stati hanno annunciato un pacchetto di investimenti dal totale di 150 miliardi di euro per sostenere l’agenda europea 2030 e quella africana 2063. I progetti di aiuto europei per i Paesi africani sono da sempre una delle priorità dell’Unione. Poco dopo la sua costituzione nel 1957, la Ceca, anche a tutela degli interessi francesi, ha sempre avuto un occhio di riguardo per verso gli stati africani.
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