«Chiedo scusa. Senza riserve». L’8 dicembre, davanti alla Camera dei Comuni, è arrivato un mea culpa del premier britannico Boris Johnson. Doveva rendere conto di un video circolato nelle ore precedenti. Vi erano ritratti alcuni suoi collaboratori, che parlavano di una misteriosa festa di Natale a Downing Street. La data dell’evento? il 18 dicembre 2020, quando la Gran Bretagna era chiusa in casa per fronteggiare la pandemia, con divieto di assembramento. Johnson ha negato che il party abbia avuto luogo, ma deve ora fronteggiare gli attacchi sia da destra che da sinistra e il Daily Mirror gli dà del codardo.

Il filmato – Il 22 dicembre scorso, Allegra Stratton, allora addetta stampa di Boris Johnson, si trovava nella “briefing room” insieme ad altri collaboratori. Inquadrata da un cellulare, rideva e scherzava su un party natalizio avvenuto proprio a Downing Street quattro giorni prima, il 18 dicembre. La scena simulava una conferenza stampa, con Stratton che fingeva di rispondere a un altro funzionario, nella parte di un giornalista. Quasi un anno dopo, il video finisce nelle mani di Itv, che lo diffonde proprio nel giorno dell’annuncio di nuove misure restrittive. Il risultato per Boris Johnson è di trovarsi al centro di un Question Time di fuoco davanti ai Comuni. «Sono infuriato» ha dichiarato, ribadendo comunque che la festa non c’è mai stata. A stretto giro, Stratton è davanti a una telecamera e legge un comunicato di dimissioni. «Rimpiangerò quelle parole per tutta la vita», ha detto in lacrime.

Il leader indipendentista scozzese, Ian Blackford chiede le dimissioni di Bojo

L’attacco trasversale – «Il premier non riesce a capire il danno che ha fatto alla sua credibilità» tuona il leader del Labour Keir Starmer, «i britannici si sentono presi in giro». In altre parole, sostiene il leader dell’opposizione, il problema è politico: i cittadini non possono considerare accettabile una violazione così palese delle norme da parte degli stessi vertici dello Stato. Per gli indipendentisti scozzesi di Ian Blackford, le dimissioni di Johnson sarebbero «l’unica cosa da fare». Anche la stampa britannica è allineata a questa tesi. Secondo il tabloid progressista Daily Mirror, Bojo è il «codardo che ha gettato il suo staff sotto a un autobus» e che ha cercato di farsi beffe dei britannici. Sono le stessa accusa che Starmer aveva rivolto al suo avversario tre settimane prima, in occasione di una polemica sul doppio incarico di alcuni parlamentari. Il conservatore Sun riporta invece le parole di uno dei “senior” del partito Tory, Mark Harper, che sostiene: «Perché la gente dovrebbe sentire le sue istruzioni e seguire le regole, quando le persone dentro a Downing Street non lo fanno?». Un’accusa di doppiezza ribadita anche alla prima pagina del quotidiano.

 

Le restrizioni – Intanto diverse zone del Regno Unito si apprestano a nuove chiusure: il “Piano B” annunciato proprio da Bojo. Le vaccinazioni nazionali (Il “Piano A”) continueranno, ma torneranno smartworking e obbligo di Mascherina al chiuso. Verrà introdotto l’analogo del super Green Pass per le discoteche e i grandi locali.