L'entrata del residence Park Palace nel quartiere

L’entrata del residence Park Palace, luogo dell’attacco, nel quartiere Kolola Pushta (due chilometri a nord dal centro di Kabul).

In Afghanistan i talebani tornano a colpire. Nella serata di mercoledì 13, un gruppo di tre assalitori armati di AK-47 ha fatto irruzione nel residence Park Palace a Kabul uccidendo 14 persone. Tra le nove vittime straniere, il cooperante italiano Sandro Abati. Bergamasco di 48 anni, Abati era giunto a Kabul in veste di consulente per un’azienda che promuove investimenti in Afghanistan. Con lui ha perso la vita anche la moglie di origini kazake.

Poco dopo le 20 di mercoledì, il commando ha preso di mira il residence Park Palace nel quartiere Kolola Pushta, due chilometri a nord dal centro di Kabul, mentre era in corso una festa per gli ospiti stranieri. Ne è seguita una sparatoria con le forze di sicurezza afghane che si è conclusa nelle prime ore di giovedì 14.

Oltre all’italiano Abati, le autorità hanno confermato la morte di uno statunitense e quattro indiani, mentre sarebbero almeno cinquanta gli ospiti tratti in salvo. Una ricostruzione che smentisce il comunicato con cui i talebani hanno rivendicato l’attacco. Nella mail inviata ad alcuni media della regione, il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid aveva dichiarato che a condurre l’attacco fosse stato un solo uomo, Muhammad Idrees, armato di pistola ed esplosivo.

Da Antalya – in Turchia – dov’è in corso un vertice Nato, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha espresso solidarietà ai famigliari della vittima. «Questo attentato – ha commentato il ministro – dimostra che la situazione in Afghanistan e a Kabul è ancora molto complicata».

Nicola Grolla