Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba all’Assemblea generale delle Nazioni Unite (Fonte: Ansa / Justin Lane)

«Mai nella storia recente la linea tra bene e male è stata così chiara». Queste le parole di Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri dell’Ucraina, pronunciate all’assemblea generale delle Nazioni Unite. L’accusa che ha mosso a «tutti i livelli di governo russo» è essere coinvolti nel genocidio del popolo ucraino. Un genocidio che è portato avanti non solo con la guerra, ma anche con «deportazioni forzate, sparizioni forzate, torture, esecuzioni sommarie, violenze sessuali, attacchi ai civili». Il ministro si è soffermato sul trasferimento forzato dei bambini ucraini in Russia, definito come «il più orribile dei crimini di guerra commessi da Mosca».
Dmytro Kuleba è stato il primo a parlare dopo l’intervento di Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite. «ll principio di integrità territoriale non può essere compromesso», ha dichiarato Guterres, ribadendo la legittimità di aiutare un Paese che sta difendendo i propri confini.

Gli emendamenti – All’intervento di Kuleba è seguito quello di Valentin Rybakov, rappresentante della Bielorussia all’assemblea generale, che ha presentato due emendamenti alla bozza di risoluzione che verrà votata nel pomeriggio di giovedì. Prestando il fianco all’alleato russo, Rybakov ha proposto di modificare il testo per «rettificare le inesattezze della risoluzione». Il rappresentante bielorusso ha aggiunto che quella di Mosca non è un’invasione ma un’operazione speciale, così come Vladimir Putin aveva definito le mosse militari sin dai primi giorni del conflitto.

L’intervento all’Assemblea generale di Vassily Nebenzia (Fonte: Ansa / Justin Lane)

Vassily Nebenzia, ambasciatore russo all’Onu, ha chiesto all’assemblea di «supportare gli emendamenti introdotti dalla Bielorussia o votare no al testo attuale». Secondo Nebenzia, parlare del conflitto in Ucraina non considerando le ragioni storiche è un tentativo di confondere le acque: «Credere alle accuse contro la Russia di azioni non provocate contro l’Ucraina è possibile solo ignorando gli otto anni precedenti», ha detto Nebenzia in riferimento all’instaurazione del governo di Porošenko. Secondo l’ambasciatore russo, nel 2014 «è arrivato a Kiev quel regime nazionalista criminale grazie al supporto dell’Occidente». L’ulteriore accusa mossa al mondo occidentale è di volere «far piombare il mondo intero negli abissi della guerra».
Da Josep Borrell, Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione Europea, è arrivata la replica. «Non è l’Occidente contro la Russia. Questa guerra illegale riguarda tutti», ha detto Borrell, ribadendo il sostegno europeo al governo di Kiev e la responsabilità russa nei crimini di guerra compiuti in territorio ucraino. «La Russia fermi i suoi attacchi immediatamente, completamente e incondizionatamente».

La posizione italiana – L’intervento di Antonio Tajani, ministro degli Esteri del governo Meloni, ha voluto ribadire il sostegno italiano: «Giustizia significa anche il pieno rispetto dell’indipendenza, della sovranità e del territorio dell’Ucraina». La prospettiva di Tajani riguarda anche i Paesi non direttamente coinvolti nella guerra: secondo il ministro, bisogna tenere in considerazione «le legittime preoccupazioni e le attese dei Paesi del Sud del mondo che stanno subendo le conseguenze di questo conflitto».

Antonio Tajani parla con Dmytro Kuleba alla fine dell’intervento alle Nazioni Unite (Fonte: Ansa / Justin Lane)

Anche Antonio Guterres ha sostenuto la necessità di prestare attenzione all’impatto della guerra sulle altre nazioni. In merito all’accordo sul grano, che ha consentito di riprendere le esportazioni di frumento ucraino nonostante il conflitto, il Segretario generale ha lodato il raggiungimento di un’intesa per «promuovere la sicurezza alimentare globale». In merito alla minaccia nucleare, Guterres ha ribadito l’inammissibilità dell’uso delle armi atomiche: «È giunto il momento di fare un passo indietro dal baratro».