Potrebbe essere solo l’inizio? E’ questa la domanda che si stanno facendo nel web gli utenti cinesi dopo la decisione di Pechino di sbloccare il sito Imdb (Internet movie database) dal quale è possibile scaricare gran parte dei film stranieri.
La notizia, a dire il vero, non è mai stata data in via ufficiale: la censura cinese, del resto, non spiega mai perché blocca o sblocca un determinato sito. Sono stati gli stessi internauti ad accorgersene e a diffonderla sulla Rete.
La speranza è che ora vengano sbloccati anche Facebook e Twitter, da sempre vietati dalla censura. Ma non tutti si fanno illusioni: “Non aspettatevi niente dai censori – sostiene un ragazzo su un blog -, sbloccare un sito di film non significa nulla”.
Il governo giustifica la censura con la necessità di “proteggere” gli utenti di Internet (che sono più di 500 milioni) dalla pornografia. Anche se nel Paese sono bloccati tutti i siti dei dissidenti, delle organizzazioni umanitarie e di tutto quello che può disturbare il governo e i politici. Lo stesso Imdb era stato bloccato nel 2010 dopo che aveva trasmesso un documentario sul Dalai Lama, fortemente avverso al governo di Pechino. Mentre il New York Times è inaccessibile da quando ha pubblicato un’inchiesta sull’arricchimento dei familiari del premier Wen jiabao.
Maria Elena Zanini