L’aeroporto di Pechino torna ad animarsi dopo quasi 3 anni. Tanto è durato il controllo, quasi blocco, degli spostamenti da e per la Cina, in nome della politica Zero Covid avviata nel marzo 2020. Dall’8 gennaio i controlli sono stati allentati e la quarantena abolita per chi arriva dall’estero. Il governo ha motivato la scelta affermando che il virus è sotto controllo e non più pericoloso come durante gli anni della pandemia, nonostante nella provincia di Henan quasi il 90% dei residenti sia risultato positivo al Covid-19 (per un totale di circa 88 milioni di persone), ma la sensazione è che i numeri e le informazioni che arrivano dai funzionari di Xi Jinping vengano volutamente sottostimati. Intanto ci si prepara per il capodanno lunare, che dal 22 gennaio per quaranta giorni vedrà muoversi più di due miliardi di persone, con un aumento esponenziale del rischio di contagio.
La riapertura – L’obbligo di quarantena (che era stato ridotto a 5 giorni) è ufficialmente decaduto alla mezzanotte dell’8 gennaio. Da Singapore e da Toronto sono arrivati i primi 387 passeggeri di questa nuova fase di gestione del Covid-19, i primi a non essere accolti dai tamponi prima che dai familiari e da assistenti di volo con indosso tute da scafandro invece che le eleganti divise di rappresentanza. Le proteste di piazza dello scorso novembre hanno portato a una rapida escalation delle misure preventive adottate dal Governo, che nel giro di poche settimane è passato da una politica Zero Covid ad un “liberi tutti” che sembra più voler accontentare i cittadini piuttosto che dar prova del controllo della situazione. Da fine novembre ad oggi sono stati, come detto, allentati i controlli sui trasporti aeroportuali all’interno del Paese ma allo stesso tempo sono stati smantellati in tutta fretta i centri per i tamponi obbligatori, con il virus che è stato addirittura declassato a malattia infettiva di categoria B (come, ad esempio, la varicella).
I festeggiamenti – Sulle scelte del Governo cinese sembra anche aver influito l’ombra del capodanno lunare. Dal 22 gennaio infatti inizieranno i festeggiamenti per il “chunyun“, lo “spostamento di primavera”, l’inizio del nuovo anno (quello del Coniglio), il primo senza restrizioni dopo quello del 2020, appena prima dell’inizio della pandemia. Per i 40 giorni delle celebrazioni saranno oltre 2 miliardi i cittadini che si sposteranno all’interno del Paese, per raggiungere familiari e località di origine, con un rischio concreto di innesco di nuove ondate di contagi.
La stima – La riapertura decretata da Pechino, che continua a sottostimare i numeri (solo 20 i decessi annunciati ufficialmente), potrebbe essere una mossa deliberata per raggiungere nel minor tempo possibile il picco di contagi, accelerare il processo dell’ “immunità di gregge” e favorire la ripartenza dell’economia dopo i 3 anni della pandemia. La diffusione del virus intanto avanza spedita. Airfinity, gruppo britannico che si occupa di dati sanitari, ha calcolato che dal primo dicembre scorso sono stati quasi 36 milioni i contagiati in tutto il Paese, con un numero di vittime che si attesta sulle 209mila unità. Rimane invariata la stima del numero di decessi previsti entro marzo, che dovrebbe essere vicina al milione e mezzo di morti.