«La Comune fu essenzialmente un governo della classe operaia, il prodotto della lotta di classe dei produttori contro la classe appropriatrice, nella quale si poteva compiere l’emancipazione economica del lavoro». Con queste parole, scritte nell’opera «La Guerra Civile in Francia», Karl Marx definiva l’esperienza della Comune di Parigi, iniziata il 18 marzo 1871, esattamente 150 anni fa. Un’esperienza breve ma precorritrice dei tempi, dal significato storico fortissimo.

Il contesto – Tra il 1852 e il 1870, in Francia fu restaurato l’impero bonapartista nella figura di Napoleone III, nipote del Grande Corso. Regime dalla forte vocazione espansionista, l’impero collassò il 2 settembre 1870 a Sedan, a causa della disfatta militare contro l’esercito prussiano. Lo stesso Napoleone III fu fatto prigioniero, mentre a Parigi si installò un governo repubblicano di ispirazione conservatrice, che aveva il compito di continuare la guerra. La situazione militare andava però peggiorando, con l’esercito di Bismarck che si trovò presto alle porte di Parigi.
Nella capitale, la situazione era ormai esplosiva. Come durante la rivoluzione del 1789, vi erano in città molti club politici, ognuno dei quali con un programma diverso. I più popolari erano quelli di ispirazione anarchica che si rifacevano al pensiero di Proudhon e quelli socialisti e comunisti, dove spiccava la figura di Auguste Blanqui. Il popolo parigino imputava al proprio governo un atteggiamento troppo arrendevole verso la Prussia, che puntava più a «schiacciare i rossi» per restaurare la monarchia che a vincere la guerra. Particolarmente umiliante fu il 18 gennaio 1871 la proclamazione dell’Impero Tedesco nel palazzo di Versailles, luogo simbolo della potenza francese. Il 18 marzo Parigi insorse, costringendo la guarnigione della città a rifugiarsi a Versailles insieme al governo.

La Comune di Parigi – Il 26 marzo si tennero le elezioni del consiglio della Comune, vinte dai gruppi socialisti e proudhoniani. Nel corso della primavera vennero attuate importanti riforme come l’eguaglianza salariale tra uomo e donna, la scuola laica e gratuita per tutti, la concessione della cittadinanza francese agli stranieri e il riconoscimento dell’unione civile tra uomini e donne. Come vessillo fu scelta la bandiera rossa. L’esercito permanente venne abolito, preferendo un’esercito popolare in cui tutti i cittadini avevano il diritto e il dovere di portare le armi. Furono anche ripresi alcuni elementi della rivoluzione del 1789, come il calendario rivoluzionario e una rigida separazione tra Stato e Chiesa, con edifici di culto che vennero chiusi e molti preti fucilati per «attività controrivoluzionarie». Anche se mancano cifre precise, le vittime delle eseciuzioni sommarie da parte dei rivoltosi sono stimate in alcune centinaia. Il governo della Comune decise anche di abbattere la Colonna Vendome eretta da Napoleone I nel 1810 in quanto «monumento di barbarie e della vanagloria bonapartista».

La repressione – L’esperienza della Comune fu violentemente stroncata dal governo di Versailles che, dopo la sorpresa iniziale, riuscì a riorganizzarsi. Il 21 maggio 1871 le truppe del generale MacMahon entrarono in città. I comunardi alzarono le barricate, ma dopo una settimana la resistenza fu piegata. Ci furono violenze gratuite da ambo le parti, con la dura vendetta del governo che si prolungò per settimane dopo la fine della Comune con un bilancio ufficiali di 17 mila comunardi giustiziati. Nell’estate del 1871 si stabilì così la Terza Repubblica Francese, guidata dal conservatore Adoplhe Thiers. Durerà fino all’occupazione tedesca del 1940.

L’eredità della Comune – L’esperienza della Comune fu un evento senza precedenti che venne successivamente studiato con attenzione. Oltre alle già citate riflessioni di Marx, Vladimir Lenin ne analizzò successi ed errori per preparare la Rivoluzione d’Ottobre. Oggi se ne ricorda la grande modernità per quanto riguarda la partecipazione popolare, la questione femminile e il sistema politico. Per decenni, le manifestazioni della sinistra francese si sono concluse al «muro dei federati» del cimitero di Pere-Lachaise, dove furono fucilati 147 comunardi il 28 maggio 1871. Manca però ancora una memoria condivisa. Per i 150 anni della Comune, la sindaca di Parigi e candidata socialista alle prossime presidenziali Anne Hidalgo ha annunciato grandi celebrazioni. Il centro e la destra sono però più cauti, ricordando come la storia della Comune è anche la storia delle violenze in nome delle rivoluzioni, che tante tragedie hanno portato nel secolo successivo.