In meno di due anni, l’Is ha acquisito la capacità di condurre o ispirare stragi in larga parte del mondo. Lo Stato Islamico fu sottovalutato quando si autoproclamò Califfato nell’estate del 2014, fu sottovalutato quando cominciò a reclutare seguaci tra i giovani europei musulmani, e infine sottovalutato ancora quando gruppi di terroristi sparsi cominciarono a giurare fedeltà al Califfo e a spargere sangue in suo nome. All’inizio era concentrato solo nella zona dell’Iraq e della Siria, ma dal 2015 ha cambiato strategia ed è diventato globale.

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Foreign fighter di ritorno
Non grazie ai “lupi solitari” tornati dalla Siria per perpetrare stragi nei loro Paesi d’origine, come temevano gli addetti alla sicurezza occidentali.Secondo l’istituto di analisi Soufran Group i tassi di rientro dei foreign fighter verso l’Europa toccherebbero punte del 30% con la Gran Bretagna come primo paese di arrivo.

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Il terrorismo in franchising
Nemmeno ad opera dell’Isis stesso, la cui espansione, lungi dal raggiungere Roma, non ha mai superato i confini delle zone con maggioranza di popolazione sunnita. Sono stati i gruppi di terroristi che hanno giurato fedeltà ad Abu Bakr al-Baghdadi a far fare il salto di qualità all’Isis. Questi gruppi, definiti “wilayat” (province in arabo) del Califfato, hanno recentemente cominciato ad allineare le loro azioni con le indicazioni della leadership in Iraq e Siria.

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L’Isis porta il terrore in Europa e nel mondo
I risultati, come ad esempio l’abbattimento dell’aereo russo nella penisola del Sinai, mostrano come il raggio d’azione dell’Isis stesso si sia enormemente allargato. Dal giugno 2014 ad oggi, gli attentati terroristici condotti o ispirati dall’Isis sono stati all’incirca 75 in più di 20 Paesi diversi. Le vittime di questi attacchi sono almeno 1280, i feriti più di 1800. Tra di loro spiccano gli attacchi condotti a Parigi del novembre 2015 e quelli di marzo a Bruxelles.

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Il Califfato ha dimostrato di essere in grado di colpire molto lontano dal suo epicentro in Siria e Iraq. È riuscito a diffondersi velocemente e ormai costituisce una minaccia globale. Rimane da capire se a una perdita di territori in Siria e Iraq corrisponderà un aumento dell’attività terroristica fuori dai suoi naturali confini. 

Alessia Albertin
Alberto Bellotto