Dimostrare che la Nato è pronta a combattere e a rispondere a un’eventuale aggressione russa. L’obiettivo degli Alleati è chiaro e pronto a essere attuato nella più grande esercitazione dalla fine della Guerra Fredda. Tra febbraio e marzo, 32 Paesi dell’Organizzazione – presente anche la Svezia, la cui adesione non è ancora ufficiale – dispiegheranno 41mila soldati e 50 navi da guerra per la missione Steadfast Defender (“salda difesa”). L’operazione, che si terrà tra Germania, Polonia e Paesi Baltici, sarà il primo passo verso un distanziamento dall’assetto pensato negli anni ’90 e utilizzato fino ad ora. Piccoli battaglioni per missioni specifiche non sono più sufficienti.

Jens Stoltenberg (Fonte: Flickr)

Perché è importante – L’invasione russa in Ucraina ha costretto gli Alleati a ripensare al ruolo dell’Organizzazione. Già nel 2022 il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg aveva annunciato un aumento dei soldati della forza di risposta rapida da 40mila a 300mila unità. «Miglioreremo i nostri gruppi tattici nella parte orientale dell’Alleanza», aveva dichiarato. Un impegno che continua anche nel 75esimo compleanno della Nato. L’Organizzazione si prepara al peggio: dal 2024, infatti, saranno due le esercitazioni ogni anno (non più solo una) e con tutta probabilità comprenderanno anche tecniche per contrastare forme di guerra ibrida.

Berlino – A far aumentare le preoccupazioni dei Paesi dell’Alleanza Atlantica anche un documento segreto del Ministero della Difesa tedesco, pubblicato dal quotidiano Bild. Il giornale ha diffuso le conclusioni di questo report in cui si parla di uno di uno scenario in cui l’escalation tra Nato e Russia potrebbe arrivare a sfociare in una guerra nell’estate del 2025. Secondo il fascicolo, il Cremlino aumenterebbe le tensioni con l’Alleanza cercando di conquistare il Corridoio di Suwalki, il passaggio tra la Bielorussia e Kaliningrad. L’avvertimento lanciato da Bild si è aggiunto a quello del ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, che poche settimane fa aveva informato di una possibile minaccia da parte di Mosca. Dalla Russia sono arrivate già le prime smentite. «Preferirei non commentare», ha risposto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, sottolineando come il quotidiano tedesco non esiti a diffondere fake news sulla questione.