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Un ‘falco’ in politica estera. Così, molti analisti definiscono Hillary Clinton sin dai tempi in cui ricopriva la carica di segretario di stato durante il primo mandato di Obama.

Per la candidata democratica gli Stati Uniti devono rappresentare nel mondo «una forza per la pace e per il progresso». Pace e progresso che Clinton vede minacciati dall’espansionismo russo in Europa e dal «bullismo diplomatico» di Putin. Per arginare le mire del Cremlino, la Clinton intende rafforzare la Nato considerata «uno dei migliori investimenti che l’America abbia mai fatto». Il contrasto all’aggressività russa dovrebbe poi passare per un inasprimento delle sanzioni relative alla questione Ucraina.

LA LOTTA CONTRO L’ISIS. Clinton ritiene inoltre necessario un maggior impegno degli Stati Uniti in medioriente. Non solo in chiave antirussa – bloccando l’avanzata di Bashar al-Assad con l’istituzione di una no-fly zone sulla Siria – ma anche nel contesto della «lotta globale al terrorismo». Più presenza militare, ma soprattutto più lavoro di intelligence: è il piano presentato dalla candidata democratica per sconfiggere l’ISIS e gli altri gruppi terroristici di matrice islamista. Pretendendo anche la collaborazione delle potenze regionali coinvolte, Turchia e Iran in testa. Nei confronti del regime degli ayatollah Clinton intende proseguire la politica basata sul principio distrust and verify (“non fidarti e verifica”). Una linea che ha portato Obama a firmare l’accordo sul nucleare, includendolo, però, in una più ampia strategia volta a contenere le ambizioni iraniane nella regione.

IL RAPPORTO CON IL DRAGONE. Quanto alla Cina, la posizione di Clinton è più attendista. Pur considerandola un partner economico importante, la candidata democratica ne ha denunciato i comportamenti aggressivi nel mar cinese meridionale, che intralciano la libertà di navigazione delle navi commerciali americane.

I DUBBI SUL TTIP. Poco risoluta Clinton è sembrata anche riguardo alle sorti del TTIP, l’accordo di libero scambio negoziato da Obama con l’Europa. «Sono pronta a bloccare ogni accordo commerciale che minacci l’occupazione o diminuisca i salari», con questa dichiarazione Clinton si riferiva al patto concluso con i Paesi del pacifico (TPP). Ma in molti vi hanno colto un’allusione al trattato con l’Europa, già duramente criticato da Bernie Sanders durante le primarie.