Grande giubilo e commozione in Argentina per la nomina di Jorge Maria Bergoglio, da ieri Francesco I, al soglio pontificio. I siti di Clarín e La Nación, i due principali quotidiani argentini, celebrano l’evento come “un giorno storico”. Quello in cui un Papa “giunto quasi dalla fine del mondo”, riprendendo le parole dello stesso Pontefice nel suo primissimo discorso, è stato scelto per essere il nuovo Vescovo di Roma e guida della Chiesa cattolica.
Alla gioia argentina fa da contraltare, è il caso di dirlo, la delusione brasiliana. La mancata elezione del super favorito della vigilia insieme all’italiano Angelo Scola, il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, è stata un brutto colpo per il paese con più cattolici al mondo (più di 145 milioni). La proverbiale e tradizionale rivalità tra i due paesi , specie in ambito calcistico, è stata scherzosamente ripresa dal capo dei vescovi brasiliani, Leonardo Steiner, che dopo aver negato di sentirsi “frustrato” per l’elezione di Bergoglio, ha scherzato affermando ironicamente che in Brasile “saremmo stati contenti anche se fosse stato eletto un brasiliano”.
La stampa statunitense vede in Francesco I un conservatore di umili radici, un ponte culturale che sposta il baricentro della Chiesa, come si legge in un articolo sul sito del New York Times. Ma – scrive il Nyt – la sua è stata anche “una scelta convenzionale” essendo Bergoglio “un conservatore di origini italiane che appoggia vigorosamente le posizione del Vaticano su aborto, nozze gay e ordinazione delle donne”, temi che lo hanno portato anche “a scontrarsi” con la presidente argentina, Cristina Kirchner. E non tralasciando un’ombra del suo passato: le accuse di connivenza con la dittatura militare di Videla e con la destra peronista.
L’elezione di papa Francesco è in prima pagina anche su tutti i giornali britannici (dal Financial Times al Sun), sebbene ognuno legga l’evento ponendovi un particolare accento. Il Times, per esempio, titola a tutta pagina “Il papa di un nuovo mondo”, con un sottile gioco di parole che fa riferimento alla provenienza del pontefice dalle Americhe ma anche al ‘nuovo mondo’, nell’auspicio per un futuro della Chiesa. Sulla sua versione on-line il Times parla di un “papa vicino ai poveri ma a suo agio coi dittatori”, in riferimento alle ombre sul passato di Bergoglio all’epoca della dittatura militare in Argentina tra il 1976 e il 1981. Alcuni riferimenti sono anche stati fatti a un presunto discorso fatto in passato da Bergoglio in cui l’allora Arcivescovo di Buenos Aires avrebbe definito “isole usurpate” le Falkland (Malvinas secondo gli argentini), teatro di guerra proprio tra Argentina e Inghilterra nel 1982.
Tra le altre fedi religiose, reazione positiva in Israele. La stampa israeliana presenta papa Francesco come “uno schietto amico della comunità ebraica” in Argentina e lo mostra in una fotografia recente mentre accende nella sinagoga di Buenos Aires le luci di un candelabro a nove braccia, in occasione della ricorrenza ebraica di Hanukà. Jorge Bergoglio, nota Haaretz, ha partecipato in passato a cerimonie ebraiche in Argentina “e nel 1994, quando decine di ebrei furono uccisi in un attentato nella sede della comunità ebraica, giunse subito ad esprimere cordoglio”. Il giornale aggiunge che diverse organizzazioni ebraiche hanno attestato l’impegno al dialogo del nuovo pontefice cattolico.
Federico Thoman