Consultazioni entro 24 ore in caso di attacchi in Ucraina, esercitazioni militari congiunte, supporto nel processo d’ingresso di Kiev nell’Unione europea e nella Nato, ma anche assistenza economica in diversi ambiti e cooperazione d’intelligence. Il governo ha pubblicato il testo integrale dell’accordo decennale di cooperazione nel campo della sicurezza tra Italia e Ucraina, firmato il 24 febbraio (a due anni esatti dall’aggressione russa) dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ieri ha ringraziato la premier, denunciando però i «troppi filo-Putin in Italia». L’accordo, che non è vincolante e che per questo non prevede una ratifica del Parlamento, ricalca quelli già siglati nelle ultime settimane da Francia, Germania, Gran Bretagna e Canada.

“Cooperazione in caso di futura aggressione armata” – Il governo italiano ha pubblicato il 25 febbraio il testo integrale (in lingua inglese) delle 15 pagine e dei 20 articoli che, per i prossimi 10 anni, guideranno i rapporti in tema di sicurezza (ma non solo) tra Roma e Kiev, anche nel caso in cui la guerra con la Russia dovesse terminare prima. Le trattative sono state portate avanti direttamente dalla presidenza del Consiglio e, nello specifico, dal consigliere diplomatico di Meloni, Fabrizio Saggio, che ha preparato il terreno della visita della premier in Ucraina, in occasione del secondo anniversario dell’invasione russa. Tra gli otto capitoli che, oltre al preambolo, compongono l’accordo di cooperazione, il più controverso e il meno chiaro è il sesto, quello sulle “aggressioni future”. L’articolo 11 specifica che “in caso di futuro attacco armato russo contro l’Ucraina, su richiesta di uno dei due partecipanti, questi ultimi si consultano entro 24 ore per determinare le misure successive per contrastare o scoraggiare l’aggressione”. Il testo prosegue: “L’Italia afferma che in tali circostanze, agendo nell’ambito dei propri mezzi e delle proprie capacità e in conformità ai propri requisiti legali e costituzionali e alle norme e al diritto internazionale e dell’Unione Europea, fornirà all’Ucraina, a seconda dei casi, un sostegno rapido e sostenuto”. Roma si impegna a fornire aiuto nel campo della “sicurezza e difesa, industria della difesa, sviluppo militare ed economico”. È una riedizione bilaterale dell’articolo 5 della Nato (di cui l’Ucraina non fa parte), secondo cui tutti i Paesi dell’Alleanza atlantica devono intervenire militarmente in difesa di uno dei membri se attaccato? Non proprio. Lo ha spiegato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in audizione alle commissioni Esteri di Camera e Senato il 22 febbraio scorso. Il titolare della Farnesina ha specificato la natura “politica e simbolica” dell’accordo e ha aggiunto: «Non sarà giuridicamente vincolante. Dal testo non derivano obblighi sul piano del diritto internazionale, né impegni finanziari. Non sono previste garanzie automatiche di sostegno politico o militare. Come quella dei nostri partner, anche la nostra intesa bilaterale non richiederà, quindi, la procedura di ratifica parlamentare».

Gli altri punti dell’accordo – L’accordo di cooperazione non si limita solamente a indicare un piano d’azione in caso di aggressione, ma si estende a molti degli ambiti di relazione tra i due Paesi. Dopo aver ribadito nel Preambolo “l’incrollabile sostegno” italiano “all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina”, il testo mette nero su bianco, anche in questa sede, l’impegno del governo italiano nel supportare e facilitare l’ingresso di Kiev nell’Unione europea e nella Nato, aiutando “a realizzare le riforme necessarie nel suo percorso verso la futura adesione”. C’è poi un passaggio sull’addestramento dell’esercito ucraino. L’articolo quattro, oltre alla missione europea Eumam, prevede che le forze armate italiane possano condurre esercitazioni congiunte non solo in Italia ma in Ucraina, “appena la situazione lo permetterà”, diversamente da quello che accade oggi. Quanto al partenariato in materia economica, pur non facendo cenno all’entità dell’impegno finanziario, l’accordo prevede che “l’Italia, insieme alle organizzazioni e ai partner internazionali, si impegna a partecipare al ripristino e alla ricostruzione dell’Ucraina”. Il testo abbraccia anche la cooperazione in materia di intelligence, informatica e sicurezza.

Le forniture militari sono ancora secretate – Con quest’accordo bilaterale si ribadisce ulteriormente il supporto, militare e non solo, all’Ucraina. Nell’articolo 6 si legge che “l’Italia ha fornito 8 pacchetti di aiuti militari nel 2022 e 2023 e intendere mantenere lo stesso livello di sostegno militare aggiuntivo nel 2024”, avendo “già prorogato per tutto il 2024 la relativa normativa che autorizza un ulteriore sostegno militare”, ma si continua a non comunicare quante e quali armi sono state mandate finora, quanto si è speso e quanto si prevede di spendere in futuro. Le forniture italiane sono secretate fin dall’inizio del conflitto, e continuano ad esserlo, a differenza per esempio dell’accordo firmato con il governo tedesco, in cui vengono specificati soldi stanziati (circa 16 miliardi tra il 2022 e il 2024) e armi inviate. Nell’accordo vengono quantificati solo i fondi non militari, che ammontano a circa 2 miliardi: tra questi, “110 milioni di euro per il sostegno al bilancio, 200 milioni di euro per i prestiti agevolati, 100 milioni di euro per gli aiuti umanitari, 820 milioni di euro per sostenere i rifugiati ucraini in Italia, 400 milioni di euro circa per il sostegno macrofinanziario, 213 milioni di euro per il sostegno allo sviluppo, 200 milioni di euro per sostenere la resilienza energetica dell’Ucraina”.

Il ringraziamento di Zelensky – A margine del G7 organizzato dalla presidenza di turno italiana a Kiev, in occasione del secondo anniversario dell’aggressione russa, Volodymyr Zelensky ha ringraziato la presidente del Consiglio italiana per il supporto. «La premier Giorgia Meloni senza dubbio sostiene l’Ucraina, l’ho appena incontrata in veste di presidente del G7 e abbiamo anche firmato l’accordo di cooperazione bilaterale. Le siamo immensamente grati». Il presidente ucraino ha aggiunto: «Sappiamo però che in Italia ci sono tanti filo-putiniani e in Europa anche. Stiamo preparando una loro lista, non solo riguardo all’Italia, da presentare alla Commissione europea. Riuscirete a zittirli?».

Gli accordi bilaterali con gli altri Paesi – L’accordo di cooperazione con Kiev nasce dalla dichiarazione dei leader del G7 sottoscritta lo scorso luglio a Vilnius, in Lituania, a margine del summit della Nato. A fare da apripista è stato il Regno Unito di Rishi Sunak, a gennaio. Nelle ultime settimane, prima di quello con l’Italia, l’Ucraina ha firmato una serie di accordi bilaterali, dalla struttura e contenuti simili, con Francia, Germania, Danimarca e, nelle ultime ore, anche con il Canada.