«Chi può credere che Putin si fermerà all’Ucraina? La patria ha bisogno di voi» il presidente francese Emmanuel Macron ha anticipato in un discorso televisivo alla nazione le parole d’ordine che ispireranno i 27 capi di Stato e di governo europei convocati in riunione a Bruxelles il 6 marzo.
Il summit, al quale sono attesi anche l’ucraino Volodymyr Zelensky e il cancelliere tedesco in pectore Friedrich Merz, giunge dopo settimane di proposte estemporanee dei singoli paesi e ha l’obiettivo di definire una linea comune europea sui negoziati di pace per l’Ucraina. A fronte della decisione dell’amministrazione Trump di sospendere ogni aiuto all’Ucraina, i 27 dovrebbero stanziare 30,5 miliardi a favore della difesa di Kyiv: 12,5 dal fondo per l’Ucraina e forse 18 dai profitti derivati dagli asset russi congelati.
Il sostegno economico – Se l’entità del supporto economico è data quasi per certa, appare invece problematico raggiungere una visione unitaria su ReArm, il piano di riarmo presentato da Ursula von del Layen per potenziare le forze armate europee. Definito «emergenza esistenziale» dalla presidente della Commissione, lo stanziamento prevede l’emissione di debito comune fino a 800 miliardi di euro in quattro anni per finanziare ricerca e produzione militare e dovrebbe bypassare anche il voto del Parlamento europeo per giungere il prima possibile al Consiglio.
La corsa al riarmo interesserà anche la Germania che martedì ha visto una proposta comune di Cristiano Democratici e Socialisti per allentare i vincoli di bilancio superando lo storico tabù del debito e creando un piano di 900 miliardi di spesa pubblica per armi e infrastrutture.
La coalizione di volenterosi – Sul tavolo del consiglio non ci sarà la proposta di estendere la copertura nucleare francese all’intero continente. Il passaggio, presente nel discorso tv di Macron è stato contestato dalle opposizioni e andrebbe comunque prima votato dal parlamento francese. Pare invece rafforzarsi l’idea, emersa durante il vertice di domenica 2 marzo a Londra, di una «coalizione di volenterosi» che schiererebbe forze di peacekeeping in Ucraina dopo la firma di un eventuale trattato di pace.
A rafforzare questa i ipotesi, nelle ultime ore è giunta la rivelazione della Cnn, che cita dirigenti europei, secondo la quale Francia, Gran Bretagna e Turchia sarebbero disponibili a inviare i loro soldati. Una conferma indiretta sarebbe rintracciabile nelle parole del presidente turco Recep Erdogan che, in un evento ad Ankara, ha definito la Turchia «indispensabile per la sicurezza europea» e «fondamentale» nel ruolo globale a cui aspira il continente.